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Cronaca

Film, serie tv e partite con lo streaming illegale: denunciato 46enne perugino

L'uomo è finito al centro di un'indagine che coinvolge oltre 70 persone in tutta Italia, sequestrati computer, telefoni e apparecchiature

Partite di calcio ed eventi sportivi, film e programmi a prezzi scontati a danno delle più note piattaforme televisive, quali Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix, attraverso il sistema delle Iptv illegali.

La Polizia di Stato ha concluso una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva disposta dalla procura Distrettuale di Catania nei confronti di un’associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti diversi dai contanti danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, truffa, ricettazione, spaccio di sostanza stupefacente, omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio.

L’operazione “Gotha” ha visto il coinvolgimento anche del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Perugia che ha eseguito una perquisizione nei confronti di un 46enne "reseller" residente nell’hinterland perugino.

In particolare, il 46enne aveva il compito di provvedere all’acquisizione e gestione della clientela interessata ai prodotti illegali “commercializzati” dall’organizzazione criminale.

Gli agenti che sono intervenuti hanno finto di essere ufficiali giudiziari incaricati di una notifica di atti, al fine di poter accedere velocemente all’interno dell’abitazione.

Il proprietario di casa è stato così sorpreso dagli operatori, in una stanza trasformata in centrale illegale di streaming, nella quale venivano gestiti e conteggiati i profitti derivanti dagli “abbonamenti”.

Al termine dell’attività il 46enne è stato denunciato in stato di libertà mentre i computer, i telefoni e la strumentazione informatica di ultima generazione, che erano ancora in funzione all’atto della perquisizione, sono stati sottoposti a sequestro e messi a disposizione della Procura di Catania.

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