Strage del Broletto, uccise due impiegate e si suicidò: in due rinviati a giudizio
Assolti in primo grado, la Corte Suprema ha annullato con rinvio la sentenza di proscioglimento ed ora il fascicolo è tornato davanti al gup che ha deciso il rinvio a giudizio
E’ uno degli episodi più dolorosi che Perugia ricordi: Andrea Zampi il 6 marzo del 2013, entrò negli uffici della Regione e sparò a due impiegate: Daniela Crispolti e Margherita Peccati, per poi togliersi la vita con quella stessa pistola con cui aveva ucciso le due donne. Quattro persone tra medici e funzionari finirono nell’inchiesta della strage del Broletto: il medico di base, che rilasciò all’assassino-suicida il certificato anamnestico utile al rilascio del porto d’armi, è stato condannato dalla Corte d’Appello ad un anno di reclusione, assolta una funzionaria della Questura (questi ultimi due avevano scelto il rito abbreviato) mentre per gli altri due imputati, giudicati con rito ordinario, la Corte Suprema ha annullato con rinvio la sentenza di proscioglimento di primo grado ed ora il fascicolo è tornato davanti al gup.
Strage Broletto, rito abbreviato per il medico che diede a Zampi il porto d'armi
E proprio oggi pomeriggio il giudice per le udienze preliminari ha deciso il rinvio a giudizio per una dirigente della Questura (difesa dall'avvocato Francesco Falcinelli) e un funzionario amministrativo (difeso dall'avvocato Rita Ubaldi): il 7 giugno, in composizione monocratica, inizierà il processo. L'accusa è di cooperazione colposa per aver consentito il rilascio delle autorizzazioni per il rinnovo del porto d'ami per uso tiro a volo a Zampi, malato di mente, che il giorno prima dell'omicidio-suicidio acquistò la Beretta semiautomatica per compiere la strage.
Sparatoria in Regione, la Procura indaga sulla legittimità del porto d'armi
