rotate-mobile
Cronaca

Oncologia "Centro-Italia" | Aumentano i casi, ma aumentano guariti e sopravvivenza: i dati su tumori colon, polmoni, melanomi e mammelle

Sono altissimi i numeri per la patologia mammaria e le malate sono sempre più giovani. La prevenzione secondaria gli screening riducono l’incidenza di mortalità del 10-15%

"Se da un lato il tumore ha accelerato la sua corsa arrivando a contare quasi 4milioni di persone (circa il doppio rispetto a 25 anni fa) e più di mille diagnosi di tumore maligno al giorno, dall’altro l’innovazione scientifica ha fatto passi da gigante": è quanto emerso nel corso della terza e della quarta tappa del grande percorso “ONCOnnection – Stati generali dell’Oncologia SUD e CENTRO”, promosso da Motore Sanità.

Con i nuovi farmaci e screening preventivi, promossi dalla sanità nei vari territori, si è arrivati ad un tasso maggiore di guarigione e sopravvivenza di alcune patologie diffuse tra uomini e donne: Tumore colon-retto siamo passati dal 52% al 66% di sopravvivenza in 20 anni; Tumore della mammella siamo arrivati al 90% di sopravvivenza per i casi dello screening; Melanomi metastatici il 20% dei soggetti con questa neoplasia vivi a 10 anni;  Tumori del polmone 25% vivi a 5 anni con questa malattia.

"Ciò detto, credo sia importante un nuovo modello per cui ragionare" ha analizzato Gianni Amunni, Coordinatore Rete Oncologica Toscana "Oggi il 40% dei tumori sarebbero evitabili con corretti comportamenti individuali e collettivi. Se riuscissimo a ridurre anche solo del 10% questo dato sarebbe già un successo in termini di vita. Nell’ambito della prevenzione secondaria gli screening riducono l’incidenza di mortalità del 10-15%. L’innovazione, e qui mi riaggancio al discorso iniziale, è il pane quotidiano dell’oncologia. Non bisogna avere paura del cambiamento, ma bisogna saperlo cavalcare”.

I numeri sono considerevolmente in aumento e per quanto riguarda la patologia mammaria i numeri sono altissimi, 55mila donne in Italia si ammalano di tumore al seno: "L’età di insorgenza di questa patologia, inoltre, si è abbassata notevolmente - ha spiegato Alessandra Ena, Europa Donna Italia - e allora entra in gioco l’innovazione tecnologica che può aiutare la donna a gestire al meglio le sue terapie e soprattutto a coinvolgere un territorio che si sta adeguando a questa innovazione farmacologica in oncologia”. 

Se le reti oncologiche hanno la finalità di garantire equità nell'accesso dei pazienti a cure appropriate e di qualità, è necessario altresì garantire uguali opportunità di accesso ai test diagnostici, in particolare a quelli a target molecolare. “Purtroppo in Italia, ma anche in gran parte delle nazioni europee, l’accesso ai test con target molecolari è tutt’altro che equo - ha affermato Alfredo Zito, Direttore di Anatomia patologica dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari -. Le motivazioni vanno ricondotte essenzialmente all’assenza di criteri di rimborsabilità e a una carente organizzazione sul territorio che individui i centri di patologia molecolare dotati di idonea strumentazione, ma soprattutto di adeguate competenze. Occorre una revisione organizzativa che individui su tutto il territorio nazionale i centri in grado di erogare i suddetti test con criteri di appropriatezza, qualità, equità e omogeneità nelle procedure su tutto il territorio nazionale, evitando non solo la mobilità passiva dei pazienti, ma anche dei loro campioni tumorali”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Oncologia "Centro-Italia" | Aumentano i casi, ma aumentano guariti e sopravvivenza: i dati su tumori colon, polmoni, melanomi e mammelle

PerugiaToday è in caricamento