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Cronaca Foligno

"Non passate sotto quella galleria, c'è poco cemento": la denuncia di Report su un tunnel umbro

La testata giornalistica ha intervistato un operaio che ha lavorato alla galleria La Francia lungo la statale Foligno-Civitanova. Le dichiarazione sono da brividi. Ecco perchè. La Regione e la Quadrilatero annunciano una nota-dossier per fugare qualsiasi preoccupazione


Non è ancora aperta al traffico, ma tecnicamente è conclusa. Ma la galleria La Franca lungo la statale Foligno-Civitanova - opera gestita dalla società tutta pubblica Quadrilatero - sta facendo discutere e molto. Anzi potrebbe creare un nuovo scandalo per le grandi opere made in Italy. La redazione di Report - la trasmissione della Gabbanelli - ha intervistato uno degli operai che hanno lavorato alla galleria e quello che ha detto è sconvolgente.

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Ma il tutto deve essere provato. Non a caso l'assessore Silvano Rometti, interpellato da Perugiatoday.it, ha annunciato che a breve sarà inviata una lettera a firma della Presidente Marini per acquisire tutti gli elementi tecnici di questa storia. Ma cosa ha detto l'operaio? Ecco alcune sue frasi. 

“Tutto quel tratto è fatto male, ma la galleria è la peggiore che ho fatto. Io ai miei figli dico sempre di non passarci perché è pericoloso. Meglio la strada la vecchia che questa nuova”. “Allora questa è la volta della galleria, l’arcatura, queste sono le spalle, che devono tenere lo sforzo, ma qua cemento non ce n’è! Ci sono 10 cm e invece dovrebbero essercene minimo 40. Non c’è lo spessore. E può cascare. Essendo una zona sismica, trema, si rompe, e tristo chi passa sotto".

A suo dire manca tanto cemento per una struttura realizzata in una zona altamente sismica come ha dimostrato il terremoto del 1997. E' tutto vero? Ora aspettiamo il parere delle istituzioni ma confidiamo che comunque si faccia una commissione di inchiesta con tecnici esterni per verificare se il cemento utilizzato è sufficiente oppure no. Li sotto ci deve passare tanta vita per i prossimi decenni. Meglio stare sicuri. E dopo quello che è successo a L'Aquila non si possono più sottovalutare i rischi.

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