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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Arco contro balestra, la rivalità finisce in tribunale: socio accusato di stalking per gli insulti e minacce al presidente della società

L'uomo è accusato di aver molestato la vittima con telefonate, cartelli anche al cimitero e pedinamenti

Lui voleva tirare con la balestra, ma l’associazione sportiva era di tiro con l’arco, quindi era stato allontanato. Un’esautorazione che aveva scatenato la voglia di vendicarsi, con una insistente azione di stalking nei confronti del presidente dell’associazione sportiva.

A finire sotto processo, difeso dall’avvocato Michele Gamboni, l’ex presidente dell’associazione sportiva, il quale non avrebbe gradito il ricambio delle cariche, dopo la votazione, e l’elezione di un’altra persona, facendone il bersaglio di “condotte reiterate, animate da un forte risentimento … in modo tale da cagionargli un perdurante e grave stato di ansia, da ingenerare un fondato timore per la propria incolumità personale e da costringerlo a modificare le proprie abitudini di vita”.

Nella denuncia sono elencati una lunga serie di comportamenti, a partire da “tre biglietti manoscritti” lasciati nella cassetta postale della sorella della persona offesa riportanti nome e cognome e poi insulti vari. Una volta sarebbe stato visto strappare il cartoncino della cassetta postale e sputare sulla stessa. Nei giorni successivi venivano trovati altri biglietti con insulti vari.

In una occasione la vittima avrebbe trovato la sua foto attaccata alla tomba di famiglia, con una lunga serie di insulti e accuse.

Un’altra volta, passando sotto casa della persona offesa e della sorella, urlava insulti. Diverse le telefonate sul luogo di lavoro della vittima delle persecuzioni, per lasciare messaggi ironici nei suoi confronti.

In un altro procedimento, collegato, viene contesta anche la diffamazione per alcuni post sulla pagina social dell’associazione, con accusa di essere mafiosi e pedofili e tramite una mail nella quale invitava la persona offesa a trovarsi un lavoro come spacciatore tra i giovani in discoteca.

Vessazioni che avrebbero provocato nella persona offesa, costituitasi parte civile con l’avvocato Daica Rometta, “turbamento” e paura per “la tranquillità individuale” e dei congiunti nel vivere “la propria quotidianità”.

Il procedimento si è aperto davanti al giudice del Tribunale penale di Perugia con l’ammissione delle fonti di prova e dell’elenco dei testimoni, che verranno sentiti nel corso delle prossime udienze.


 

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