Perseguita la ex per convincerla a tornare insieme, ma per il giudice non è stalking: assolto
L'accusa aveva chiesto la condanna a 1 anno e 8 mesi, la vittima un risarcimento di 20mila euro
Assolto perché il fatto non sussiste. Un 42enne sudamericano, finito in tribunale con l’accusa di molestie nei confronti della ex, secondo il giudice, non avrebbe commesso nulla.
L’imputato, un sudamericano di 42 anni difeso dall’avvocato Bizzarri, è accusato di diversi episodi di violenza fisica e verbale, di minacce e molestie che avevano procurato alla donna uno stato di ansia e di paura, con crisi di pianto e di panico, con il timore per l’incolumità sua e del fratello minore, tanto che aveva modificato le abitudini di vita e non usciva più di casa da sola per paura di incontrarlo. Gli episodi di persecuzione sarebbero la conseguenza della fine della relazione e il tentativo di convincere la donna a riprendere la relazione sentimentale interrotta.
La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocato Luisa Manini, la quale ha già annunciato appello contro la decisione del giudice.
Nel capo d’imputazione stilato dalla Procura di Perugia (il pm d’udienza aveva chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione) l’uomo per diverse volte si sarebbe avvicinato alla donna per strada, per parlarle o minacciare di fare del male a lei o al fratellino, di aver avvicinato degli amici di lei e di aver loro intimato di non chiamarla, di non invitarla a uscire o accompagnarla da qualche parte, tanto meno alle feste da ballo.
In diverse occasioni l’avrebbe pedinata fin dentro un bar, infastidendola e cercando di accarezzarla, desistendo solo perché il proprietario del bar era intervenuto e l’aveva cacciato fuori.
La donna era stata costretta, dopo aver cambiato le abitudini di vita, a rivolgersi a dei medici specialisti per tenere sotto controllo l’ansia e gli attacchi di panico. In tribunale aveva chiesto un risarcimento di 20mila euro per la situazione che l’uomo avrebbe creato, richiesta che non sussiste dopo l’assoluzione.