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Cronaca

La ex non risponde ai messaggi e lui scrive minacce e frasi d'amore sui muri e su un rimorchio dell'azienda in cui lei lavora

Condannato a 4 mesi di reclusione per stalking: telefonate, messaggi, appostamenti, auto messa in vendita su internet

Quattro mesi di reclusione per un sms alla fidanzata dopo un litigio particolarmente acceso. Un amore finito con le scuse via telefonino che diventano un atto d’accusa per l’ormai ex fidanzato.

Scorrendo il capo d’imputazione che ha portato in tribunale un 50enne, difeso dall’avvocato Cristina Zinci, accusato di avere, “dopo l’interruzione della relazione sentimentale” con una donna, “posto in essere reiterate condotto persecutorie nei confronti della stessa, impedendole di svolgere serenemante le proprie attività quotidiane”, costringendola “ad alterare le proprie abitudini di vita per evitare incontri” con l’uomo, a causa del forte “disagio” che provava e “ingenerando in lei il permanente stato di ansia e paura e un fondato timore per la propria incolumità”.

La Procura di Perugia ha contestato all’uomo di aver “inviato ripetuti messaggi” sul telefono e su Messenger, tutti “dal contenuto molesto e petulante”; di aver fatto così tante chiamate per parlare con la donna, da costringerla a “bloccare le telefonate in entrata” da quel numero di cellulare.

Contestati anche gli appostamenti sotto casa del padre della donna, “fino a tre/quattro volte a settimana al fine di incontrarla, obbligando il genitore a mentire riferendogli che la ragazza era partita”, era andata all’estero.

Non potendo parlare con la donna, allora, l’uomo avrebbe “imbrattato con vernice nera i muri esistenti lungo il percorso che la stessa compie ogni giorno” per andare al lavoro. Sporcato con la vernice anche un rimorchio di camion parcheggiato nel piazzale dell’azienda in cui lavora la ex, “scrivendo a grandi dimensioni” il nome e cognome della donna, seguito da un’ingiuria, poi di nuovo nome e cognome e “ti amo”. Gesto che provocava “l’alterazione da parte del datore di lavoro della donna che le comunicava il rischio di licenziamento se tali condotte di terzi non fossero cessate”.

Per vendetta, inoltre, avrebbe messo un annuncio di vendita, su internet, della’uto della donna, “con l’avviso di chiamare” il numero del padre di lei, ma “dopo le 23”.

Sempre in relazione all’auto avrebbe denunciato all’assicurazione di essere stato vittima di un investimento stradale da parte dell’auto condotta dalla ex.

La donna si è costituita parte civile tramite l'avvocato Francesco Cinque.

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