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Cronaca

Biglietti minacciosi e pieni di parolacce persino sopra la tomba del padre: condannata stalker donna

Stalking e lesioni personali. Con queste accuse una perugina è finita davanti al giudice. Avrebbe fatto di tutto per screditare la cognata per "questioni ereditarie"

Stalking e lesioni personali nei confronti della cognata con tanto di violenze, minacce, e bigliettini ingiuriosi posti sulla tomba di suo padre.  La vicenda giudiziaria si è chiusa questa mattina dinanzi al giudice Carla Giangamboni, che ha accolto il patteggiamento a sei mesi di reclusione (pena sospesa) concordato tra il pm Annamaria Greco e la difesa, avvocato Francesco Areni .

La diatriba tra le due donne, culminata in una denuncia querela, sarebbe insorta per questioni legate all'eredità e all'azienda di famiglia, in seguito esasperata dall'atteggiamento dell'indagata che avrebbe iniziato ad avere un comportamento "fuori controllo" nei confronti della cognata. Secondo l'impianto accusatorio formulato dalla procura, la donna avrebbe iniziato a pedinarla con l'auto, seguendo ogni spostamento della cognata e aspettandola fuori dal luogo di lavoro, sia all'orario di ingresso che in quello di uscita, solo per offenderla e insultarla con frasi come "Cornuta".

Non contenta, dagli insulti sarebbe passata alla mani, colpendola violentemente con un pugno all'avambraccio e procurandole lesioni giudicate guaribili in una decina di giorni. Tutto questo presso un'area di servizio di Perugia. Ma gli atteggiamenti minacciosi della cognata, non si sarebbero "fermati" qui. Secondo quanto raccolto nel corso delle indagini e denunciato dalla parte della offesa, bigliettini "anonimi" dal contenuto offensivo e ingiurioso nei suoi riguardi, sarebbero stati lasciati sulla tomba di suo padre. Inoltre avrebbe minacciato la cognata, riferendo che per acquistare una pistola ci vogliono pochi euro e che toccava ammazzarli subito" con riferimento, si legge nelle carte, alla cognata, oggetto del suo odio e della sua rabbia.

I fatti ascrivibili vanno dall'ottobre 2015 all'ottobre del 2016: a causa dei comportamenti persecutori, "la cognata avrebbe vissuto un perdurante stato di ansia e di paura, tanto da arrivare a modificare perfino le sue abitudini di vita". La vicenda si è conclusa oggi con un patteggiamento a sei mesi. 

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