Una perizia psichiatrica per stabilire la capacità di intendere e volere e di stare in giudizio. È quanto stabilito dal giudice del Tribunale penale di Perugia nei confronti di due imputati, difesi dall’avvocato Francesco Cinque, accusate di stalking nei confronti del proprietario dell’appartamento preso in affitto e vicino di casa.

Per la Procura di Perugia i due avrebbero ingiuriato il vicino di casa in più occasioni, disturbandone il riposo con “musica ad alto volume” o cantando a voce alta. Contestata anche l’occupazione di un annesso di proprietà del vicino, dopo averlo minacciato di rimandarlo “in Sicilia in carrozzella e che gli avrebbero dato fuoco”, procurandogli “un perdurante e grave stato d’ansia e di paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità”, tanto da dover “alterare le proprie abitudini di vita”, nel padrone di casa, con comportamenti molesti e minacciosi.

Nel lungo capo d’imputazione sono riportati i diversi avvertimenti minacciosi come quello che “avrebbero danneggiato la recinzione del giardino” o che “avrebbero incaricato 500 persone per fargliela pagare”. Dalle minacce sarebbero passati all’azione, estirpando “un roseto e un albero nel cortile” dell’abitazione dell’uomo. Oppure l’episodio in cui uno dei due imputati avrebbe detto al vicino: “Vengo lì con la mazza”.

Numerosi anche i danneggiamenti subiti dalla vittima, a partire “dall’impianto per il riscaldamento” del proprietario dell’immobile. Per “tre volte forzavano lo sportello del contatore dell’acqua” o lasciavano “sovente i rubinetti dell’acqua aperti e accese le luci dell’androne” e “del cortile concesso in locazione”.

I due avrebbero anche staccato “il collegamento dell’elettricità dell’abitazione” del vicino e danneggiato il campanello di ingresso.

I fatti sono avvenuti a Perugia dal maggio del 2022. La vittima si è costituita parte civile tramite l’avvocato Valentina Alunni.