Bonifica del Clitunno, assolti direttore e tecnici del Consorzio
Erano accusati di frode nei contratti di pubbliche forniture, falso e indebita percezione ai danni dello Stato. Ammenda di 6mila euro
Si conclude con un'assoluzione il processo di primo grado a carico del direttore e due dipendenti del Consorzio di Bonificazione Umbra, ente responsabile, fra l’altro di bonifica idraulica con sede a Spoleto.
Candia Marcucci, direttore della Bonificazione umbra, i tecnici dello stesso consorzio, Fabrizio Ceccarelli e Marco Cittadini, assistiti dagli avvocati Chiara Peparello e David Brunelli, sono stati assolti dalle accuse di frode nei contratti di pubbliche forniture, falso e indebita percezione ai danni dello Stato.
Il Consorzio è stata la stazione appaltante nell’ambito di un progetto finalizzato alla riqualificazione del Clitunno, sia ambientale, che paesaggistica, che si è resa necessaria dopo il disastro della Umbria Olii del 2006, quando un’esplosione ha provocato la fuoriuscita di sostanze oleose.
Su due contravvenzioni ambientali - ovvero la gestione illecita di rifiuti - contestate dalla Procura di Spoleto, solo una è stata oggetto di condanna nei confronti dei tre, che saranno obbligati a pagare un’ammenda di 6mila euro. Il Tribunale, inoltre, ha accordato una previsionale di 15mila euro per il Wwf, costituitosi parte civile, e di 7.500 per la Regione Umbria.
“I nostri assistiti, dopo un processo durato oltre sei anni, sono stati assolti dal Collegio per tutte le più gravi accuse di falso, indebita percezione di contributi in danno allo Stato, deposito incontrollato di rifiuti e frode nel contratto di pubbliche forniture a loro mosse, perché all’esito del dibattimento è apparsa chiara la correttezza che ha sempre caratterizzato il loro agire e quello del Consorzio di Bonifica Umbra nel quale operano. La condanna al pagamento di un’ammenda è per una contravvenzione ambientale, peraltro soggetta ad oblazione. Riteniamo che anche per questo capo d’accusa i nostri clienti sarebbero dovuti essere assolti, ma attendiamo le motivazioni per comprendere le ragioni della decisione del Collegio”, hanno commentato gli avvocati Chiara Peparello e David Brunelli dello studio legale Brunelli.