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Cronaca Spoleto

Due lettere di minacce firmate Isis inviate ad imprenditore: qualcuno voleva i suoi soldi, ma non erano i terroristi...

Il fatto è avvenuto a Spoleto. La Polizia dopo la denuncia dell'uomo è riuscita a risalire ad un italiano che cercava di far soldi facili spaventando questa famiglia

Due lettere di minacce nel giro di pochi giorni. Mandante: una ipotetica cellula locale dell'Isis, con tanto di firma (un nome in arabo) del sedicente capo. In tutte e due le lettere si chiedevano soldi per evitare il peggio: prima 2mila 500 euro e poi il prezzo fatto salire a 3mila 500. Ma a spavenare veramente non era tanta la ridodante sigla del terrorismo islamico - palese che fosse una copertura di altri ben più locali -: chi minaccia conoceva bene le abitudini, i movimenti e gli interessi dell'imprenditore (un sessantenne spoletino) e della sua famiglia. Roba da prendere dunque sul serio.

Per questo l'imprenditore si è rivolto agli uomini del Commissariato della Polizia di Stato di Spoleto sia per sporgere denuncia che risalire all'autore di tali minacce. La Polizia ha subito escluso, dai primi accertamenti, che dietro la richiesta estorsiva potesse veramente celarsi qualche soggetto appartenente all’ISIS. Nel corso di una ricerca lunga e difficile le attenzioni degli investigatori si sono concentrate tutte su un uomo.

Era la pista giusta: ispezionando il suo appartamento è stato rinvenuto materiale che consentiva di attribuire incontrovertibilmente la responsabilità del tentativo di estorsione. Quest’ultimo, messo alle strette, ha confessato di avere cercato di estorcere denaro all’imprenditore poiché stava attraversando un periodo di difficoltà economica e aveva pensato che quella potesse essere una strada veloce per risolvere i suoi problemi. Ora l’uomo sarà chiamato a rispondere del reato di tentata estorsione aggravata rischiando una pena che va dai cinque ai sette anni di reclusione. 

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