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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Spiata in casa con una telecamera nascosta, studentessa porta in tribunale il padrone di casa

L'uomo avrebbe svelato l'esistenza della videosorveglianza parlando di episodi che non avrebbe dovuto conoscere

Spiata in casa con una telecamera nascosta piazzata dal padrone di casa per controllare i suoi beni (e non solo).

È il caso di una studentessa universitaria che ha denunciato il padrone di casa per aver sistemato una telecamera nella cucina dell’appartamento che la giovane divideva con altri studenti, tra cui anche il figlio del proprietario.

A far insospettire la ragazza di essere osservata era stato proprio il padrone di casa che in una occasione si era tradito, riportando eventi che solo chi frequentava l’appartamento poteva conoscere.

Quel giorno il proprietario, infatti, si era lasciato sfuggire un commento sulle frequentazioni della giovane studentessa, riferendosi al fatto che un amico di colore venisse ospitato molto spesso nella casa.

La giovane non vi aveva dato molto peso visto che si trattava di un amico comune a tutti i residenti nell’appartamento, compreso il figlio del proprietario. Qualche dubbio, però, quella affermazione l’aveva insinuato.

L’episodio che aveva portato alla scoperta della telecamera, invece, era avvenuto poco dopo, a seguito della rottura di un vaso.

Il proprietario si era precipitato nell’appartamento dopo aver visto che le immagini in cui era ripreso il momento in cui una persona passava vicino al vaso e questo cadeva. Della rottura del vaso, però, non sapeva niente nessuno, se non l’unica persona che era in casa in quel momento. La studentessa, appunto.

Il proprietario aveva chiesto spiegazioni sul vaso e la ragazza su come facesse a saperlo. Così era saltato fuori la telecamera.

La giovane, assistita dall’avvocato Alberto Catalano, non ci pensava due volte e denunciava il tutto. La Procura di Perugia, però, ha ritenuto che posizionare una telecamere in cucina, all’insaputa di tutti, spiando gli affittuari, non sia un comportamento rilevante penalmente. La giovane e il suo avvocato hanno fatto opposizione alla richiesta di archiviazione, richiamandosi alle norme sulla tutela della privacy e sull’interferenza sulla vita privata delle persone.

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