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Cronaca

Spese folli per 15mila euro con la carta di credito clonata, in due nei guai

In quattro giorni acquistati vini, champagne, abbigliamento e soggiorni al mare, ma anche carne dal macellaio e tabacchi

La bella vita con il duplicato della carta di credito di un ignaro cittadino: vino, champagne, penne di marca, abbigliamento e tabacchi per 15mila euro. E con l’accusa di sostituzione di persona e reti legati all’utilizzo fraudolento dei sistemi di pagamento elettronico sono stati rinviati a giudizio due persone.

Secondo la Procura la sostituzione di persona si sarebbe concretizzata perché “in concorso tra loro, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si sostituivano illegittimamente alla persona di … e inducevano in errore il servizio clienti della società … che contattavano con tale falsa identità, lamentando lo smarrimento della carta di credito … e chiedendo l’immediato inoltro di un duplicato di tale carta di credito” e facendosela consegnare presentandosi come procuratore speciale del richiedente. Il quale era all’oscuro di tutto.

Una volta ottenuta la carta di credito i due imputati si sarebbero lanciati in quattro giorni di spese folli in ristoranti e bar, consumando quasi 15mila euro in alcolici (c’è il sospetto che le ingenti cifre di champagne e liquori nascondano un accordo con il commerciante).

Le spese dei due personaggi finiti sotto processo, difesi dall’avvocato Teresa Giurgola, sono iniziate il 27 giugno del 2015 presso un’enoteca ad Umbertide con 2.200 euro di vini acquistati con la carta; lo stesso giorno a Perugia sono stati spesi 4.390 euro in un bar e la sera in un altro locale perugino è stata fatta una strisciata con la carta per 4.500 euro.

Il giorno dopo il duo era in Croazia per spendere 699,6 euro in un ristorante sul mare. Il 29 giugno a Treviso in una boutique hanno speso 1.553 euro; sempre a Treviso due strisciate da 250 euro l’una per comperare penne di marca.

Nel pomeriggio erano a Lignano Sabbiadoro per comperare francobolli e sigarette per 64.60 euro. Sempre nella cittadina balneare in una bottiglieria hanno acquistato vini per 599 euro.

Il 30 giugno ultima tappa in una macelleria di Padova con l’acquisto di carne per 330 euro.

Adesso sono a Perugia davanti al giudice.

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