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Cronaca Assisi

Assisi, spara al vicino di casa: esame dei fori sulle persiane per stabilire da dove sono partiti i colpi

La vittima era stata ferita mentre lavorava in giardino, solo dopo l'operazione al collo per estrarre il piombino era iniziata l'indagine. L'indagato trovato con un arsenale in casa e materiale nazi-fascista

Spara al vicino di casa con un fucile ad aria compressa e il sostituto procuratore ordina un sopralluogo degli specialisti della scientifica per stabilire, attraverso i fori nelle persiane, da dove siano stati sparati i colpi.

La vicenda processuale che vede protagonista un 36enne di Assisi, difeso dall’avvocato Marco Caccialupi, si arricchisce di un nuovo capitolo.

Il giovane è accusato di avere sparato, con un fucile ad aria compressa, al vicino di casa mentre questi lavorava in giardino. Il piombino si era conficcato nel collo dell’uomo e in ospedale, in un primo momento, si pensava ad una pietra o un altro oggetto finito lì durante i lavori di falciatura. In ospedale l’uomo veniva medicato per la ferita superficiale al collo. Dopo alcune settimane, però, il collo si gonfiava e veniva programmato un intervento per rimuovere il corpo estraneo. Operazione rinviata a causa del Covid.

Quando l’uomo veniva operato si scopriva trattarsi di un piombino, gli stessi che poi la vittima trovava nel suo furgone, con i vetri infranti da altri piombini e dei fori sulle persiane di casa e sul garage. A quel punto sporgeva denuncia e iniziavano le indagini.

Le indagini della Polizia avevano portato all’identificazione del 36enne, in cura al Centro di salute mentale, e nel corso della perquisizione domiciliare erano saltati fuori effigi, calendari, soprammobili, pagine di giornale e bandiere riproducenti simboli e personaggi del ventennio fascista e del periodo nazista, armi bianche ed armi ad aria compressa, tra le quali due carabine e pallini come quelli che avevano colpito l'uomo nell'orto e l'automobile. Tra le armi c'era anche un moschetto italiano risalente al 1890 e perfettamente funzionante.

Il 36enne, quindi, risulta indagato per lesioni personali, danneggiamento, detenzione di armi. Secondo la ricostruzione accusatoria il giovane avrebbe esploso i colpi dal balcone di casa senza apparente motivo, né discussioni precedenti con il vicino di casa.

Il sostituto procuratore Gennaro Iannarone ha chiesto una perizia psichiatrica volta a verificare le condizioni psichiche del giovane, la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e, soprattutto la sua pericolosità sociale e l’esame del dna sui reperti trovati nel furgone della vittima, assistita dall’avvocato Delfo Berretti che, a sua volta, aveva chiesto una misura di sicurezza provvisoria nei confronti dell’indagato per tutelare la famiglia del vicino di casa.

Adesso il sopralluogo a casa della vittima per ricostruire la traiettoria dei colpi sparati in base al foro di entrata su persiane e saracinesca del garage e stabilire il luogo di origine dei colpi.

L’imputato ha sempre dichiarato di essere estraneo ai fatti e alle contestazioni.

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