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Cronaca

Caso Marra, dopo dieci anni si chiude il processo: fissato il giorno della sentenza

Con la testimonianza di Umberto Bindella si chiude uno dei processi più lunghi della storia

Dopo dieci anni il mistero permane. Che fine abbia fatto Sonia Marra rimane ancora una domanda senza risposta. Della studentessa pugliese, scomparsa nella notte del 16 novembre, non vi è più traccia. Vi è solo il nome di un indagato. Ed è quello di Umberto Bindella, il giovane che secondo l'accusa, nella notte del 16 novembre (esattamente nove anni fa), uccise Sonia, secondo l'Accusa, occultandone il cadavere. A dieci anni si cconclude uno dei processi più lunghi che il tribunale di Perugia abbia mai visto. Oggi è stata chiusa la fase istruttoria e la sentenza dovrebbe essere pronunciata il 20 ottobre.

Ma il giorno dell'anniversario della scomparsa rimangono ancora troppe lacune sul caso Marra. Tante le piste battute negli anni, così tante da portato in aula anche tre vescovi. Ma nonostante questo i punti oscuri rimangono. Umberto Bindella continua a dichiararsi innocente malgrado quella telefonata fatta poco dopo la scomparsa della studentessa pugliese a un amico carabiniere: “Ho fatto un casino. Una cosa più grande di me e di te. Ho fatto una cosa cattiva cattiva”.

Dichiara anche di non aver mai avuto una relazione stabile con Sonia Marra, solo qualche intimo approccio. Ma poi quel messaggio mandato dalla stessa Marra all'amica di lunga data, Valeria Mosca, con su scritto: “Lo abbiamo fatto ed è stato bellissimo”. Poi il test di gravidanza. Sonia fece quel test che risultò essere negativo da quanto afferma la suora confidente della giovane e sentita in aula. Lo stesso Bindella dichiara di “averle dato una mano pur non essendo il padre del possibile bambino”. Ma allora perché la giovane aveva il timore di aspettare un figlio? Che stando a quanto affermò la suora “non avrebbe mai abortito perché contraria”.

Tanti anche i testimoni che nel corso degli anni hanno sfilato uno a uno davanti al pubblico ministero. Dal fratello Piero, ai genitori, fino ad arrivare all’ex fidanzato Michele Iannaccone e alla sorella Anna Marra con l’ex fidanzato Paolo Apa.

Ed è proprio a Paolo Apa che l’avvocato Alessandro Vesi chiese, facendo sobbalzare dalla sedie i giurati della Corte, se avesse mai amato Sonia Marra e se fosse stato lui ad ucciderla. Il “no” secco di Apa arrivò immediato. Ma poi c’è quel presunto pedinamento a Bindella e il mistero su quella scheda sim di Sonia dalla quale gli arrivò un report di consegna il quattro febbraio del 2007. Chiamò subito quel numero ma rispose un signore che gli disse di essere in possesso da molto tempo di quella stessa sim.

Ma chi entrò nella casa della giovane la notte della scomparsa? Due super test, nonno e nipote, dichiarano di aver visto un uomo vestito di bianco entrare quella stessa notte nell’appartamento della studentessa, senza forzare la serratura. Poi i rumori e infine l’uomo che fugge, senza neanche troppa fretta, dall’abitazione. Chi era? Insomma un caso che al momento non trova risposta e che si infittisce sempre più. Ogni testimonianza sembra quasi allontanare la verità. Ed è proprio il prossimo 10 dicembre che si tornerà in aula davanti a una nuova Corte per sentire gli ultimi 17 testimoni, decidi dalla difesa. Ma l'assoluzione di Bindella per mancanza di prove appare come una fosse una certezza. Una certezza difficile da accertare per chi è sicuro che quel giovane con la scomparsa di Sonia c'entri eccome. 

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