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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Caso Kercher, Sollecito: "La mia famiglia pentita di avermi mandato a Perugia"

Ha rilasciato un'intervista esclusiva Raffaele Sollecito alla rivista Giallo, rompendo così il silenzio dopo il suo ritorno in Italia e raccontando per l'ennesima volta quella tragica nottata che vide morire Meredith Kercher

Parla di Amanda Knox anche questa volta. “Il personaggio che le hanno cucito addosso crea problemi anche a me”, afferma. Poi la domanda su quell’arma del delitto, considerata dall’accusa il coltello. “Per forza ci sono le tracce del Dna di Amanda, lo usavamo per tagliare il pane e le patate”. Sempre la stessa risposta, ripetuta più volte anche in tribunale.

Racconta di nuovo gli attimi vissuti quella notte in cui la studentessa di Boston venne trucidata a coltellate, proprio nella casa dove abitava anche la sua ex fidanzata. “Il pomeriggio eravamo stati a casa di Amanda. Avevamo pranzato e lei si era esercitata con la chitarra. Intorno alle 17.30 siamo andati a casa mia e abbiamo visto un film”. Poi quella felicità quando è arrivato un sms di Patrick, accusato inizialmente dell’omicidio, che avvisava Amanda che quella sera non avrebbe lavorato nel suo locale.

Ripercorre anche la giornata seguente. La stessa giornata in cui Meredith venne trovata morta. “Amanda è rientrata al cottage verso le 10 per farsi una doccia, io sono restato a dormire. Quando ci siamo rivisti mi ha raccontato che qualcosa non andava: l’aveva turbata molto aver trovato la porta di casa aperta. L’ho accompagnata e quando sono entrato, mi sono reso conto del disordine e del vetro della finestra rotto. Ho pensato a un furto”.

Anche le urla di quando è stato ritrovato il corpo sono ricordi vividi.“ In quel momento mi sono comportato semplicemente da uomo protettivo”, afferma. Durante l’intervista Perugia viene nominata più volte ed proprio Sollecito a dichiarare: “E’ ‘colpa’ di mio padre se sono venuto a studiare qui. Lì c’è un collegio per gli studenti convenzionato con l’ente che assiste i figli dei medici. Sono andato a Perugia perché spendevamo di meno”. E alla domanda se si fosse mai pentito di questa scelta lo studente pugliese risponde: “Si è pentito più mio padre di me, a dire il vero. Purtroppo ho vissuto uno strano tragico gioco del destino”.

Si torna a parlare del processo: “Avrei voluto che Amanda fosse qui, ma non la biasimo. Lei è cittadini americana. Se comunque sarò ritenuto colpevole mi recherò ai cancelli del carcere senza problemi”.  Quella ex fidanzata ancora presente nella sua vita con messaggi e aggiornamenti sporadici. E infine quella aspettativa di essere ritenuto innocente e poter “vivere alla giornata. Sperando nella giustizia”.

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