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Cronaca

Sciopero ginecologi-ostetrici, buona l'adesione e interventi rinviati

Verrà garantita solo l'urgenza per lo sciopero dei medici Ginecologi, buona l'adesione di tutte le sigle. Per l'Umbria ecco le ragioni della FP Cgil medici

I medici si sentono accerchiati, così come il sistema sanitario nazionale che vive una situazione di forti differenze e difficoltà nelle diverse regioni. I medici Ginecologi-ostetrici hanno così scelto di scioperare e non solo per le politiche dei tagli lineari ma anche per una tutela legale troppo debole che espone la categoria a continue denunce.

''Le ragioni dello sciopero dei ginecologi-ostetrici di oggi, dai tagli della spending review al contenzioso medico-legale, riguardano una estesa platea di medici e di operatori sanitari.  E si possono risolvere solo con un ampio coinvolgimento di tutti per un cambiamento reale delle politiche portate avanti dai Governi Berlusconi e Monti'', ha dichiarato Nicola Preiti, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici , in riferimento allo sciopero proclamato da associazioni e sindacati dei ginecologi-ostetrici.

Lo sciopero ha avuto una buona adesione, fanno sapere dal sindacato, i servizi d'urgenza saranno garantiti, la protesta si delinea nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica: ''Siamo sempre stati in prima linea a contestare i tagli lineari della spending review, oltre 30 miliardi tra il 2011 e il 2015, che per l’Umbria significano oltre 180 Milioni di euro in meno, e la crescita strumentale delle denunce in sanità di chi vuole speculare sulla salute dei cittadini e sulla professionalità dei medici.

Il sindacato esprime anche il proprio dissenso verso speculative 'campagne mediatiche ospitate perfino dalla tv pubblica'. "Anche se poi il medico viene quasi sempre assolto, - sottolinea Preiti - ha comunque pagato tanto in termini professionali e di immagine quanto dal punto di vista umano e psicologico, per non parlare del punto di vista economico, a partire dalle spese per avvocati e periti fino ad arrivare ai premi assicurativi sempre più onerosi. Ma non è solo il medico a pagare. Un danno economico, stimato in circa 10 MLD di euro il 10% quasi del Fondo sanitario, si riversa sui bilanci delle Aziende perché si è costretti ad una medicina difensiva. E infine un danno ai cittadini stessi, che sono curati da un medico che trova nella strada delle sue scelte, da eseguire secondo scienza e coscienza, l’interferenza della minaccia legale. E' paradossale – aggiunge Nicola Preiti - che i medici e i professionisti siano costretti ad assicurarsi mentre questo obbligo decade per le strutture sanitarie sia pubbliche che private''.

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