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Cronaca

Sceglievano le vittime attraverso siti per incontri, poi li rapinavano e li minacciavano: due arresti

Dovranno rispondere a vario titolo di rapina, estorsione, minacce e sequestro di persona, un tunisino di 30 e un perugino di 50 anni, arrestati nei giorni scorsi

Dovranno rispondere a vario titolo di rapina, estorsione, minacce e sequestro di persona, un tunisino di 30 e un perugino di 50 anni, arrestati nei giorni a seguito di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del tribunale di Perugia, Carla Maria Giangamboni. Questa mattina, dinanzi al giudice, si sono tenuti gli interrogatori di garanzia nei confronti dei due indagati – che insieme a due minorenni – avrebbero escogitato una macabra, quanto squallida, trappola nei confronti delle  proprie vittime.

E così, dopo l’arresto avvenuto lo scorso marzo da parte della squadra Mobile nei confronti di un  minore di 17 anni per furto e ricatto ai danni di un uomo conosciuto attraverso una chat, ecco che le indagini, allargatesi a macchia d’olio, hanno portato a scoprire altri episodi simili e incastrare altri presunti responsabili del raggiro.

Siamo nel febbraio di quest’anno quando un perugino si rivolge ai carabinieri per sporgere denuncia e raccontare i drammatici istanti vissuti all’interno di un’abitazione a Castel del Piano, dove avrebbe dovuto incontrare un uomo, conosciuto tramite una chat di incontri gay. Ma dopo aver aperto la porta, scatta la trappola: non c’è colui che aveva millantato di essere un professionista, sui trent’anni, interessato ad amicizie dello stesso sesso, bensì un ragazzino, che la vittima teme addirittura che sia minorenne.

In tutto prontezza, gli viene assicurato che ha 24 anni e chiede al perugino di spogliarsi, poi, con un gesto fulmineo, estrae dalla tasca un coltello puntandoglielo in gola. Dalla porta dell’appartamento arrivano altri due complici fra cui una giovane donna, che prontamente afferra la giacca della vittima, preleva il bancomat e si fa dire i codici della carta, sotto minaccia degli aguzzini. A quel punto, mentre i due bloccano il perugino in casa, la donna preleva dal bancomat 190 euro.

Ancora violenza, pochi giorni dopo. Un altro perugino decide di contattare, attraverso un sito di incontri, una donna per trascorrere qualche ora insieme. Lei gli da appuntamento a Castel del Piano, all’interno di un appartamento. Parcheggia, si appresta ad entrare, quando due uomini lo colgono all’improvviso, lo minacciano con pistola e coltello – secondo la denuncia sporta dalla vittima – e gli sottraggono portafogli e cellulare.

Dalle indagini è emerso come l’indagato perugino abbia avuto in uso l’appartamento dove si sarebbero consumate le rapine e un sequestro di persona, mentre il tunisino – difeso dall’avvocato Cristian Giorni – sarebbe stato uno dei responsabili materiali della seconda rapina. Dai tabulati telefonici e dalle testimonianze delle vittime, gli inquirenti sono riusciti a ricomporre il puzzle di ricatti e estorsioni. Intanto i due indagati restano in carcere, mentre per i minori si procede separatamente. 

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