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Cronaca Marsciano

LA BUONA SANITA' La lettera di una figlia: "La grande umanità e professionalità degli operatori Rsa: ecco come hanno trattato mio padre"

Pubblichiamo una lettera aperta di encomio che ha inviato un familiare di un paziente che è stato in cura presso l'Rsa di Marsciano

Pubblichiamo una lettera aperta di encomio che ha inviato un familiare di un paziente che è stato in cura presso l'Rsa di Marsciano. "Questa toccante testimonianza – ha spiegato il Direttore Generale dell'Usl Umbria 1 – esalta non solo la competenza professionale dei nostri operatori ma soprattutto la sensibilità e l'umanità con cui operano ogni giorno trattando il paziente non solo come una persona da curare nel fisico ma anche da sostenere psicologicamente, mettendolo a suo agio in tutti i modi possibili". 

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S.M.
"Vorrei testimoniare una storia di buona sanità, per poter ringraziare pubblicamente la direttrice della Rsa di Marsciano Anna Tacchio, l’assistente sociale Stefania Rosatelli e tutto il personale che lavora in struttura. Nel mese di maggio, mio padre, in dimissione dall’ospedale di Pantalla, è arrivato presso l’Rsa in condizioni di estrema fragilità. Non nascondo che, da figlia unica molto legata al padre, ero molto preoccupata e avrei voluto assicurargli tutto quello di cui aveva bisogno, a partire dalle attenzioni che pensavo solo un familiare gli potesse riservare. 

E proprio su questo ultimo aspetto mi sono dovuta ricredere: in Rsa mio padre ha trovato non solo le cure di cui aveva bisogno e un ambiente sempre pulito e accogliente, ma anche infermiere, infermieri, operatori socio sanitari di grande umanità. Persone che lo hanno imboccato – finché ha potuto mangiare – con la delicatezza e la pazienza che pensavo solo io, da figlia, potessi avere; che lo hanno lavato e curato, chiamato per nome per farlo sentire a casa, accarezzato quando ce n’era bisogno, a ogni manifestazione di disagio. Persone davvero di grande professionalità e umanità. O

ggi mio padre verrà trasferito in altra struttura e l’unica cosa che mi posso augurare è che possa trovare lo stesso ambiente, la stessa attenzione alla cura e la stessa ‘seconda casa’ che in questi mesi lo ha accolto e curato, infondendo in me e mia madre la serenità e la tranquillità che serve quando si ha una persona fragile da dover ‘difendere’ da una malattia che lascia segni nel corpo e nell’anima non solo di chi sta male, ma anche di chi gli sta vicino".

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