Dieci minuti per mettere la divisa sono tempo di lavoro: il Tar condanna l'Asl a pagare anche gli arretrati
Per i giudici amministrativi la pubblica amministrazione è inadempiente rispetto a quanto deciso dalla Corte d'appello di Perugia
Il tempo necessario ai lavoratore per effettuare il cambio della divisa si calcola in dieci minuti e va considerato tempo lavorativo, quindi da retribuire. Con questa sentenza il giudice del lavoro, prima, e la Corte d'Appello di Perugia, Sezione Lavoro, nel 2018, hanno condannato l’Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria 1 a pagare il personale ospedaliero anche per quei dieci minuti.
Sedici dipendenti, difesi dall'avvocato Angela Sgamorra, hanno portato l’Asl Umbria 1 davanti al Tribunale amministrativo regionale perché non avrebbe pagato quanto stabilito. Secondo i dipendenti l’Asl doveva “corrispondere a ciascun ricorrente la retribuzione dovuta per dieci minuti di lavoro per ciascun turno di lavoro effettuato (in aggiunta rispetto alla retribuzione già corrisposta), da ciascun ricorrente a decorrere dall’1 gennaio 2007 con interessi (o rivalutazione monetaria se maggiore)”.
L’Asl Umbria avrebbe, però, pagato solo le spese di giudizio e “la retribuzione corrispondente ai minuti di lavoro risultanti dai tabulati in eccedenza rispetto all’orario di lavoro per ciascun turno, effettuato da ciascun ricorrente, a decorrere dal 1° gennaio 2007”. Sarebbe, quindi, inadempiente ad una sentenza del Tribunale di Perugia. Non sarebbero stati versati “gli interessi o rivalutazione monetaria (dovuta se maggiore) dalla maturazione di ciascun credito sino al soddisfo”.
I giudici amministrativi hanno dato ragione ai dipendenti: l’Asl Umbria 1 non ha ottemperato all’ordine del giudice che è “un inderogabile dovere d’ufficio per la pubblica amministrazione”, dando un “termine di 60 giorni decorrenti dalla notificazione/comunicazione della presente sentenza” per provvedere. Cui si aggiunge il rimborso delle “spese di lite in favore dei ricorrenti, che si liquidano in euro 2.000”.