Scomparso nel nulla, trovati "reperti biologici" nell'auto di Sandro Bellini
Per gli inquirenti nessun allontamento volontario. Il pm Tullio Cicoria, titolare delle indagini, teme il peggio. Cresce l'ipotesi delitto
La verità sulla scomparsa di Sandro Bellini potrebbe essere nei reperti biologici che gli inquirenti hanno prelevato dall'auto dell'uomo. Le piccole tracce potrebbero infatti aprire una nuova pista e indicare che fine abbia fatto il 53enne. Numerose le persone sentite dagli inquirenti per ricostruire la vita dell'uomo, apparentemente normale. Vedovo e senza figli, non sembrerebbero esserci macchie nel suo passato, ma quell'auto data alle fiamme farebbe comunque presumere il peggio.
La pista del suicidio o dell'allontanamento volontario è stato al momento accantonata. Difficile pensare che Sandro Bellini abbia prima deciso di dar fuoco alla sua Chevrolet Kalos e poi di compiere l'estremo gesto. La vita privata del 53enne potrebbe celare molte più risposte di quanto non si pensi. Dal mutuo acceso per acquistare la casa di via Rosselli fino a una gita organizzata con la famiglia. Tutti atteggiamenti, insomma, che non farebbero ipotizzare a un allontanamento volontario, ma che potrebbero nascondere una verità ben più amara: quella di un possibile delitto
Nei giorni passati i sommozzatori hanno setacciato i due laghi del ternano, Piediluco e quello di Ventina, dove, in base alle indagini effettuate si sarebbe attaccata per l'ultima volta la cellula del cellulare di Sandro Bellini. Sembrerebbe comunque che il pm Tullio Cicoria, titolare delle indagini, non stia totalmente brancolando nel buio nonostante gli indizi a suoa disposizioni siano veramente pochi.