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San Severo, raccontare coi fiori un doloroso episodio della storia perugina. Lo fanno gli infioratori di...

San Severo, raccontare coi fiori un doloroso episodio della storia perugina. Lo fanno gli infioratori del gruppo “San Francesco” di San Martino in Colle, che hanno conferito un proprio capolavoro nel piazzale antistante la Cappella di San Severo, ove è contenuto il celebre affresco di Raffaello. Gli infioratori sono quelli di San Martino, ancora una volta coordinati dall’architetto Rudy  Trapassi.
L’opera raffaellesca effigiata dal gruppo è la Pala Baglioni, quella che racconta le Nozze Rosse, o Nozze di sangue, triste episodio avvenuto nel Cinquecento. Questo lavoro è stato realizzato dallo stesso gruppo – per la festa del 19 giugno – nel 500.mo anniversario dalla morte dell’Urbinate.

L’opera. Fu Atalanta Baglioni la committente della celebre Deposizione, nota anche col nome di Pala Baglioni. L’opera è stata smembrata. La parte centrale sta alla Galleria Borghese. Nei personaggi si riconoscono Zenobia, Grifonetto e Atalanta, nei panni della Madonna sofferente. Parti dell’opera sono conservate nella Pinacoteca Vaticana e nella Galleria Nazionale dell’Umbria. Il contesto storico e la Perugia dell’epoca. Fra i travertini della Vetusta si mossero artisti come il Beato Angelico, Bartolomeo Caporali, Benedetto Bonfigli e, fra gli scultori, Agostino di Duccio che realizzò l’Oratorio di San Bernardino in San Francesco al Prato. Raffaello fu l’acme dell’arte. Dopo la morte di Andrea Fortebracci (Braccio) la situazione politica era tale per cui si affacciarono nell’agone per il potere i fratelli Guido e Ridolfo, intenzionati a lasciare il comando ai rispettivi figli Astorre e Giampaolo.

Si pensò di consolidare l’intento mediante matrimoni dinastici: Giampaolo avrebbe impalmato Ippolita dei Conti, mentre Astorre si sarebbe unito con Lavinia Colonna Orsini. A sua volta, per dar seguito alle proprie spiccate ambizioni personali, Grifonetto, figlio di Grifone, sposò la romana Zenobia, imparentata con la potente famiglia dei Farnese. Per parte sua, non intendeva rinunciare alle proprie aspirazioni di pote1 L'assessore Leonardo Varasano con alcuni elementi del gruppo Infioratori di San Francesco (1)-2re. Per questo, in occasione del matrimonio di Astorre e Lavinia, pensò di tramare una congiura, insieme a Carlo e Filippo Baglioni, per uccidere i concorrenti (una scritta sopra l’architrave dell’ingresso della ex Clinica di Porta sole, ricorda l’evento con una massima latina). Il pozzo del vicino palazzo Veracchi-Crispolti sarebbe stato ricettacolo di decine di cadaveri. 

Nella notte dei festeggiamenti, i partecipanti alla congiura uccisero gli sposi e i loro parenti. Si salvò solo Giampaolo, scappando attraverso i tetti. Successivamente avrebbe ripreso in mano il potere uccidendo, attraverso i suoi uomini, Grifonetto, capo della
congiura e figlio di Atalanta Baglioni, giù per le scalette di Sant’Ercolano. A seguito di questo episodio, Atalanta avrebbe appunto commissionato la Pala per ricordare il figlio Grifonetto. Le caratteristiche della copia degli infioratori. Petali di vari fiori ed essenze, raccolti in diversi momenti (anche per sfruttarne le varietà di colori) sono stati finemente triturati. Con questa “sabbia” cromatica si è creata l’immagine sopra uno schema preparato dal coordinatore. La materia non è fissata in alcun modo, tanto che il trasporto è operazione delicatissima e rischiosa. 

In mattinata, l’Inviato Cittadino ha parlato coi rappresentanti del gruppo: erano preoccupati perché, dovendo scendere per via Bartolo (in ripida discesa e con pavé un po’ sconnesso) temevano la “scomposizione” dell’opera. Sarebbe bastato chiedere un permesso per percorrere a ritroso via Fani, via Baglioni e viale Indipendenza. Gli infioratori hanno anche espresso il desiderio di poter contattare la nuova direttrice del Manu, Maria Angela Turchetti, per proporle di esporre l’opera al Museo in San Domenico.
PS: Un libro bellissimo (che mi sento di consigliare) racconta la vicenda tra storia e romanzo. Si tratta di “Nozze Rosse” (Volumnia editrice, 2018, euro 15) di Alessandra Oddi Baglioni, discendente della storica famiglia perugina. Da esso abbiamo attinto elementi di conoscenza e di memoria intorno all’episodio.

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