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Cronaca Centro Storico

Salvare San Bevignate dal cemento con uno "studentato diffuso" in centro

L'idea è quella di utilizzare gli edifici vuoti in centro storico anche di proprietà comunale imitando la formula dell'albergo diffuso che sta spopolando in tutta italia. Il tutto utilizzando i 13milioni di euro previsto per il palazzo-vergogna a Monteluce

L'idea è originale e ricalca le nuove tendenze sull'ospitalità turistica nei centri storici: ovvero al posto dello studentato vergogna davanti la chiesa templare di San Bevignate provare ad investire la stessa cifra per realizzare uno "studentato diffuso" sfruttando i molti palazzoni pubblici vuoti e inutilizzati presenti nell'acropoli perugina. Il modello come si diceva era quello dell'albergo diffuso che prevede stanze in più palazzi ma una unica reception e sala-ristorazione. L'idea porta la firma del capogruppo di Ncd Emanuele Scarponi lanciata a Palazzo dei Priori dopo le polemiche su San Bevignate. 

“All'amministrazione comunale chiediamo di verificare la fattibilità di un progetto per realizzare più dormitori nei contenitori vuoti del centro storico. Tenendo conto che per la struttura a Monteluce sono stati stanziati 13milioni di euro messi sul piatto dalla Regione”. Alcuni di questi contenitori sono anche di proprietà del Comune e da tempo si tenta di alienare senza successo: stiamo parlando dell'ex Tim, ex Coin, Turreno, ex sede del comune in  via di Lorenzo, ex carcere, zona tra via oberdan e scalette San Ercolano. "L'intento di tale iniziativa – conclude Scarponi - pare evidente: si tende a cercare di rivalorizzare strutture in disuso, razionalizzare le spese e rivitalizzare il centro storico”. Meglio di una colata di cemento che distrugge ambiente e umilia un monumento come quello di San Bevignate.

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