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Cronaca

Rompe un dente alla moglie, la figlia si ribella e lo denuncia: marito e padre violento nei guai

Aveva creato un clima di terrore e soggezione, finisce sotto processo per maltrattamenti, lesioni, minacce e percosse

Marito e padre violento incastrato dalla figlia che si ribella e lo denuncia. Adesso l'uomo è finito davanti al giudice.

L’uomo, un marocchino di 56 anni difeso dall’avvocato Simone Costanzi, è accusato di “continue manifestazioni di violenza fisica e psicologica nei confronti della coniuge e nei confronti delle loro figlie minori” che si configurano nei reati di maltrattamenti in famiglia, minacce, percosse e lesioni.

In particolare l’uomo “assumendo abitualmente, durante le loro discussioni, spesso in stato di ubriachezza, atteggiamenti aggressivi” avrebbe minacciato e insultato la moglie “con espressioni del tipo p… anche colpendo il mobilio con calci e pugni e percuotendola per futili motivi con schiaffi e pugni”. Nel corso dei litigi, inoltre, avrebbe cagionato alla consorte “lesioni personali” e in una occasione le avrebbe rotto “un dente incisivo”.

L’ultimo episodio di violenza sarebbe avvenuto il 25 settembre del 2015 quando “appena rientrato in casa, dopo aver provocato la moglie con espressioni ingiuriose del tipo ‘siete tutte p…, siete delle s… che pensate di fare tutto da sole’, al fine di costringerle ad aprire la porta della camera da letto ove le donne si erano ritirate, dapprima intimava loro di aprire, colpendo la porta a pugni e minacciando altrimenti di sfondarla, quindi le minacciava di morte, puntando contro un coltello da cucina”.

Poi l’uomo sembrava calmarsi e posava il coltello in cucina. Appena la moglie apriva la porta della camera si avventava contro la donna “colpendola con violenti schiaffi al viso e alla testa e pugni al braccio, nonché contro la figlia intervenuta in difesa della madre, schiaffeggiandola, con ciò procurando loro” ferite e lesioni.

L’altra figlia, intanto, spaventata, aveva chiamato la Polizia e confermava tutte le accuse in una formale denuncia contro il padre, certificando “uno stato di timore e soggezione che rendeva intollerabile la prosecuzione della convivenza familiare”.

In ospedale le donne venivano curate per contusioni alla testa e al volto e delle abrasioni alle braccia e alle mani.

Oggi è iniziato il processo, ma l'uomo non era in aula.

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