Il potente capo della Federcalcio umbra Repace a processo: soldi, documenti e quel campo da calcio...

Si è tenuta oggi la prima udienza che vede tra gli imputati Luigi Repace, dopo il rinvio a giudizio dello scorso 13 gennaio. Un nulla di fatto in aula, dopo che i legali hanno eccepito un errore di notifica. Pietra dello scandalo il campo da calcio di Prepo e quelle accuse, vario titolo di malversazione e truffa, contestate non solo a Repace ma anche al segretario Valerio Branda, il progettista Lanfranco Rossi e ad alcuni membri del Comitato regionale umbro della Lega Nazionale Dilettanti.

Secondo il pm Giuseppe Petrazzini gli imputati avrebbero alterato la “documentazione e non rappresentativa del vero per dimostrare l'inizio dei lavori per la realizzazione di un impianto sportivo consistente in un campo di calcio e strutture pertinenziali, adiacente alla sede del Comitato”, inducendo così “in errore i funzionari della Regione che provvedevano all'erogazione del primo rateo del finanziamento a fondo perduto per complessive 300mila euro, di 150mila euro, nonché al secondo rateo di 120mila euro”. Repace, e gli altri, si sono sempre proclamati innocenti. 

RETTIFICHIAMO -  A riguardo del nostro articolo sul processo sul "campo di calcio di Prepo" dove tra gli imputati c'è anche il presidente della Figc Umbria, Luigi Repace, è intervenuto l'avvocato difensore Francesco Paganelli: "Non c'è stato nessun rinvio a giudizio del dottor Repace per falso come riportato nel testo dell'articolo. E' stato assolto in sede di udienza preliminare con definitiva sentenza del 13.01.2015 con formula piena perchè il fatto non sussiste". Ne prendiamo atto e rettifichiamo. Teniamo a precisare, però, che l'avvocato Paganelli ha confermato che il suo assistito resta sotto processo per i reati di malversazione e truffa di cui si dichiara comunque totalmente estraneo.