Giustizia lumaca, il Ministero non paga il risarcimento: cittadini e avvocati si rivolgono al Tar per i ritardi
Il Tribunale amministrativo impone l'osservanza della sentenza della Corte d'appello di Perugia e nomina un commissario per l'esecuzione
Lo Stato non paga i risarcimenti per la giustizia lumaca e così cittadini e gli avvocati che li hanno difesi, sono costretti a citare il Ministero davanti al Tribunale amministrativo regionale per farsi pagare, i primi il risarcimento, i secondi le parcelle.
Due avvocati del foro di Perugia e una cittadina vittima della giustizia lumaca, assistiti dall’avvocato Chiara Camilletti, si sono rivolti al Tar chiedendo il rispetto delle imposizioni della Corte d’appello di Perugia che ha condannato il Ministero a pagare “a titolo di equa riparazione per l’irragionevole durata del processo” instaurato davanti al Tribunale di Perugia nel 2009 e concluso oltre 10 anni dopo, “la somma di 2.640 euro oltre agli interessi legali dalla domanda al saldo”, liquidando anche le spese legali a favore degli avvocati.
I giudici amministrativi hanno dato ragione ai ricorrenti riconoscendo che non vi sono “ragioni per denegare la richiesta esecuzione per quanto attiene alla somma liquidata a titolo di danno non patrimoniale”, disponendo il pagamento entro 90 giorni e nel “caso di inadempienza, il Tribunale nomina sin d’ora quale commissario ad acta il dirigente responsabile dell’Ufficio I della Direzione generale degli affari giuridici e legali del Ministero resistente, con facoltà di delega ad altro funzionario del medesimo Ufficio”.
I magistrati del Tar hanno condannato il Ministero al pagamento delle spese processuali, liquidate in 500 euro.