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Cronaca

Scandalo Tav, chiesto rinvio a giudizio per l'ex presidente Maria Rita Lorenzetti

Secondo l'accusa l'ex presidente di Italfer avrebbe favorito Nodavia e Coopsette grazie ai suoi contatti politici. In cambio la zarina, così soprannominata, avrebbe chiesto incarichi per il marito architetto nei lavori di ricostruzione

A un anno e sei mesi dall’arresto dell’ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ieri (12 febbraio) i pm Giulio Monferini e Gianni Tei hanno chiesto, oltre per l’ex presidente di Italfer, 32 rinvii a giudizio per gli imputati finiti in mezzo all’inchiesta sul sotto attraversamento fiorentino della TAV di Firenze che ha per protagonista, oltre i 32, anche un mega appalto da 700 milioni di euro vinto dalla Coopsette di Castelnovo tramite l’ormai ex controllata Nodavia. 

Secondo l’accusa l’ex presidente di Italfer avrebbe favorito Nodavia e Coopsette grazie ai suoi contatti politici. In cambio la zarina, così soprannominata, avrebbe chiesto incarichi per il marito architetto nei lavori di ricostruzione dopo il terremoto avvenuto in Emilia Romagna. In base alle indagini coordinate dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei, la fresa “Monna Lisa” non era idonea a scavare il tunnel, perché assemblata con pezzi non originali. In base a quanto ipotizzato dall’Accusa sembra che, inoltre, i conci scelti come copertura delle gallerie sarebbero stati composti da materiali non in grado di garantire la dovuta resistenza in caso di incendio.

Un’indagine divisa in più filoni. Nella prima parte si ipotizza che le terre di scavo sarebbero state smaltite con modalità non adeguate. La Procura ha cercato, inoltre, di fare chiarezza sulle lesioni provocate a una scuola fiorentina, la Ottone Rosai. Insomma il tunnel della Tav sembrerebbe “un concentrato di illegalità”. Ma ciò che lascia più stupiti  è anche il costo medio a chilometro dell'alta velocità ferroviaria in Italia è di 61 milioni di euro contro i 10 milioni della Francia. Un costo rigonfiato che sembra trovare una sua specifica spiegazioni nelle intercettazioni.

Messo sotto controllo anche il telefono della zarina. A  comparire nelle intercettazioni i nomi di Maurizio Oliviero e Catiuscia Marini che comunque non sono minimamente finiti all’interno della vicenda. Maria Rita Lorenzetti, dopo Sanitopoli, deve adesso fare i conti con un altro gigantesco mostro: la Tav.

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