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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Corciano

Allagamenti ed esondazioni a causa della piena del Caina: due tecnici rinviati a giudizio

In quel diluvio perse la vita anche Pasquale Antonini. Per il pm Manuela Comodi gli imputati si sarebbero resi "responsabili di aver cagionato con colpa l'inondazione del territorio circostante". A processo due esponenti Comunità Montana

L’acqua sembrava non cessare. Gli interventi dei Vigili del fuoco in quel novembre del 2010 si susseguirono a raffica. A perdere la vita in un caos di pioggia e fango fu Pasquale Antonini.  Il torrente Caina lo trascinò via, mentre era intento a sistemare un’idrovora. Un fiumiciattolo timido che in batter d’ali aveva iniziato a ruggire spazzando via ogni cosa sbarrasse la sua strada.

Sono ormai passati quattro anni dal quel diluvio che allagò case, negozi e scantinati. Un incubo che forse in pochi si ricordano, ma che per il giudice delle udienze preliminari, Andrea Claudiani, ha dei potenziali responsabili in carne e ossa. Ad essere, infatti, rinviati a giudizio oggi, 13 novembre, il direttore responsabile e il dirigente dell’Area tecnica Pianificazione e Progettazione della comunità montana Trasimeno – Medio Tevere, rispettivamente Elio Censi e Louis Montagnoli.

Come si legge nel capo d’imputazione per il pubblico ministero Manuela Comodi, i due si sarebbero resi “responsabili di aver cagionato con colpa l’inondazione del territorio circostante con danni alle cose e pericolo per l’incolumità delle persone e con l’aggravante di aver agito nonostante la previsione dell’evento”.

In base sempre alla tesi accusatoria, la responsabilità di Elio Censi e Louis Montagnoli sarebbe dimostrata dalla documentazione raccolta e dai sopralluoghi effettuati. Un lungo elenco che, secondo Manuela Comodi, dimostrerebbe la colpevolezza dei due. I tecnici sarebbero responsabili di una cattiva programmazione, manutenzione e gestione degli argini.

Tra le maggiori cause dell’esondazione del Caina ci sarebbero la “presenza lungo gli argini di ‘tane’ di nutre, istrici e volpi, che hanno consentito l’infiltrazione delle acque e il conseguente indebolimento degli argini”, inoltre la “presenza di una folta vegetazione in alveo e lungo le sponde arginali (che ha di fatto ridotto la sezione di deflusso, la stessa usata per il calcolo delle varie soglie di rischio). Altri possibile causa  la “presenza di accumuli detritici sul fondo del corso d’acqua ( che ha comportato un’ulteriore riduzione della sezione di deflusso)”. Tutti fattori che uniti alla violenta poggia di quei giorni che avrebbe portato all’esondazione del torrente.

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