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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Gualdo Tadino

Incentivi statali per smantellare i pannelli fotovoltaici, ma li vendevano per nuovi in Africa

Nove persone e quattro società rinviate a giudizio per traffico di rifiuti pericolosi

Pannelli fotovoltaici smantellati con i soldi pubblici e rivenduti in Africa, ma anche traffico di rifiuti elettrici ed elettronici pericolosi. Sono le accuse che hanno portato al rinvio a giudizio per nove persone e quattro società.

I pannelli fotovoltaici smantellati grazie agli incentivi statali e rivenduti come nuovi in Africa, attraverso un sistema di documenti apparentemente in regola, sarebbero stati spediti per l’imbarco dei container nei porti di Genova, Livorno, Ancona.

L'indagine dei carabinieri del Noe parte dal sequestro di 300 tonnellate di riufiuti anche pericolosi, effettuato nel 2016 in un'azienda di Gualdo Tadino. Nel materiale sequestrato anche numerosi pannelli fotovoltaici. Da qui è partita l'attività investigativa che ha permesso di evidenziare come proprio i pannelli fotovoltaici arrivassero nell'azienda per essere smaltiti, ma in realtà, in base a quanto emerso, dopo una modificata etichettatura, le strutture formalmente dismesse sarebbero ritornate in commercio come nuove. Lo smaltimento dei pannelli ormai vecchi, e il conseguente recupero di alcune componenti, prevede un incentivo erogato dal Gestore Servizi Elettrici. Bonus, secondo le indagini, erogati indebitamente. All’epoca erano stati sequestrati, in via cautelativa, beni mobili e immobili per oltre 40 milioni di euro.

Secondo gli investigatori grazie a documenti contraffatti, i pannelli, provenienti da tutta Italia, in particolare da Sicilia e Veneto, sarebbero stati spediti via mare, presumibilmente venduti per la realizzazione di altri campi fotovoltaici oppure smaltiti in discariche, eludendo, però, legislazione e limiti imposti in Italia, e lasciando sottotraccia una consistente parte della reale attività industriale svolta.

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