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Cronaca

Studio di avvocati sotto accusa: falsi ricorsi alla Corte d'Appello di Perugia per ottenere risarcimenti

Coinvolti cinque professionisti. Oggi la prima udienza davanti al gup Lidia Brutti, che ha disposto, per competenza territoriale, il trasferimento del processo a Firenze

Un intero studio legale di Roma è stato inquisito dalla procura del capoluogo per falsi ricorsi alla Corte d'Appello di Perugia. Le accuse (a vario titolo) nei confronti dei cinque avvocati, vanno dalla falsità ideologica in certificati alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, fino alla truffa. Venti le persone offese, tra cui il Ministero della Giustizia.

Secondo l'impianto accusatorio formulato dal procuratore De Ficchy e il sostituto Claudio Cicchella, gli avvocati avrebbero presentato dei falsi ricorsi alla Corte D'Appello di Perugia per ottenere dal Ministero della Giustizia dei risarcimenti in virtù della violazione del termine di ragionevole durata del processo, tutto questo però all'insaputa dei clienti stessi. Questa mattina, dinanzi al gip Lidia Brutti, si è svolta la prima udienza preliminare a carico dei cinque avvocati; ma accolta l'eccezione sollevata dalla difesa, il giudice ha disposto per competenza territoriale il trasferimento del processo presso il tribunale di Firenze (ai sensi dell'art 11 ccp).

In particolare, si legge nel capo d'imputazione, al fine di ottenere dal Ministero della Giustizia a titolo di riparazione per la violazione della durata irragionevole del processo il pagamento di 10mila euro, oltre alle spese legali, e "al fine di commetere i reati per induzione e truffa", avrebbero formato una falsa procura posta a margine del ricorso presentato alla Corte d'Appello e riportante in calce la firma del cliente e che attestava "contrariamente al vero" che il cliente stesso dava mandato  all'avvocato di rappresentarlo nel giudizio, munendolo così di ogni potere di legge, compresa la facoltà di riscuotere somme, rilasciare quietanze, rititare i titoli. Le somme richieste dal Ministero della Giustizia potevano variare dai 5mila fino ai ventimila. Gli avvocati difensori sono, tra gli altri: Fernanda Cherubini, Stefano Cerquetti, Luca Cecili, Agnese Celoni e per la parte civile Giuseppe Innamorati. 

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