Ricatta e violenta una donna conosciuta in chat, condanna confermata in appello
Con un falso profilo aveva convinto una donna sposata a scattare foto nuda e poi aveva preteso sesso e denaro per non rivelare tutto al marito
La Corte d’appello di Perugia ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione e al pagamento di 30mila euro di provvisionale come risarcimento danni nei confronti di un 27enne con l’accusa di violenza sessuale ed estorsione.
Secondo i giudici di appello “il delitto di estorsione è integrato dalle minacce provenienti dall’imputato di diffondere dei video sessualmente compromettenti ritraenti la persona offesa, cui corrispondeva la dazione di plurime somme di danaro da parte di quest’ultima”.
L’imputato aveva, prima intrattenuto un rapporto sessuale con la persona offesa, e poi l’aveva minacciata di diffondere un video riproduttivo del rapporto se non avesse pagato le somme di danaro da lui richieste: somme che effettivamente erano state pagate dalla persona offesa.
La vicenda era iniziata su Facebook, dove la donna aveva conosciuto l’imputato che era riuscito a “carpirne la fiducia con lusinghe e premure”. Ne era nata una complicità tale che il giovane era riuscito a convincere la donna a scattarsi e poi inviargli delle fotografie in pose sexy, vestiti scollati per giungere a particolari anatomici intimi o perfettamente riconoscibili, tipo tatuaggi in posti particolari.
Dopo pochi giorni il giovane aveva contattato la donna in chat, riferendole, spaventato, che un amico, aveva delle copie delle foto e lo stava ricattando e che voleva un incontro con lei. Se non avesse organizzato l’incontro avrebbe pubblicato su tutti i social e le chat le foto di lei nuda e raccontato tutto al marito della stessa.
La donna era costretta ad accettare questo incontro, in abitino provocante e tacco alto, come richiesto dal ricattatore (che si scoprirà poi essere lo stesso giovane conosciuto sui social). L’uomo non perde tempo, fa salire in auto la donna e le dice se le va bene appartarsi o preferisce un albergo, perché l’unico modo per non rendere pubbliche quelle foto e fare sesso con lui. Se accetta promette di cancellare le foto. La donna accetta, i due si appartano e consumano un rapporto sessuale.
Il ricattatore non mantiene la promessa e continua a chiedere incontri sessuali e denaro, fino all’ultimo appuntamento, dove si presentano i carabinieri e lo arrestano. Condannato in primo grado, adesso è arrivata la conferma in appello.