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Palazzo della Provincia sotto i ferri: intonaco aggredito dall’acido dell’orina umana e canina

Un secondo intervento indispensabile viene effettuato sulle 52 ferrature che cerchiano le colonne

Palazzo della Provincia sotto i ferri del chirurgo: sono in atto interventi di manutenzione straordinaria sui fascioni metallici delle colonne e rappezzi sull’intonaco ammalorato, cadente o caduto. Lo storico palazzo dell’Arienti, simbolo in bianco travertino del periodo post-unitario, marcava visita da tempo.

Perugia Today ne aveva raccontato i punti di sutura, consistenti nell’apposizione di vetrini-spia per verificare la stabilità delle volte. Gli intonaci della parte perimetrale erano caduti a terra in più punti: conseguenza, si dice, dell’insidiosa umidità che risale, per effetto della legge fisica della capillarità.

Ma anche – ed è tristissimo rilevarlo – un intonaco aggredito dall’acido dell’orina umana e canina. “Quando bagnavo l’intonaco per consentire ai rattoppi di “aggrapparsi”, ne veniva un insopportabile lezzo di orina”, dice un addetto al lavoro. C’è incidentalmente da ricordare la sventurata dismissione dei tanti orinatoi, disseminati per i vicoli della Vetusta: solo a pochi metri ce n’erano in cima a via Marzia, in via del Forte e nel belvedere sopra la Rocca Paolina, in cima a viale Indipendenza. Meraviglia, poi, che i perugini siano tanto incivili da liberarsi dei propri liquidi fisiologici sotto le splendide logge tardo ottocentesche del Palazzo. Per non parlare dei cinofili che consentono agli amici a quattro zampe di alleggerirsi dei liquidi superflui proprio contro quei muri, densi di memorie.

Un secondo intervento indispensabile viene effettuato sulle 52 ferrature che cerchiano le colonne. Si trattò di un intervento provvisionale del padre del consolidamento: quel Sisto Mastrodicasa, che una lapide, proprio sotto questi portici, ricorda doverosamente (ne abbiamo parlato di recente in Perugia Today).

Le cerchiature, bloccate con cunei a contrasto, erano state apposte per restituire consistenza ad alcune colonne che davano segni di cedevolezza. A distanza di anni, sono tutte lì a svolgere egregiamente il loro lavoro. L’addetto, valendosi anche di un trabattello mobile per raggiungere i fastigi delle colonne, rimuove preliminarmente la ruggine, poi dà una mano di antiossidante e quindi rivernicia con un prodotto il cui colore si avvicina a quello del travertino. “Ci sarebbe da fare anche dell’altro – dice l’operaio, presente la consigliera comunale e provinciale Erica Borghesi – ma gli stanziamenti sono scarsi e faremo quello che è possibile, nei limiti della capienza economica”. Perugia gliene sarà grata.

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