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“Restaurate il Monumentino di Monteluce!”: gridano i cittadini, fu simbolo di una grande svolta...

Ma di che si tratta? Probabilmente, anche ai perugini più accaniti sfugge il senso e la memoria di questo modesto, ma significativo manufatto. Alcuni, probabilmente, non ci hanno neanche fatto caso. Ma...

“Restaurate il Monumentino!”, gridano a una voce i monteluciani. Ma di che si tratta? Probabilmente, anche ai perugini più accaniti sfugge il senso e la memoria di questo modesto, ma significativo manufatto. Alcuni, probabilmente, non ci hanno neanche fatto caso. Altri si saranno chiesti di che si tratta. Di certo è impossibile non vederlo, essendo sotto gli occhi di tutti, posto com’è tra la Farmacia comunale e il semaforo all’incrocio del tratto iniziale di via Eugubina con via del Giochetto. Questo piccolo monumento celebrativo fu eretto per festeggiare la strada Eugubina, realizzata nel 1824 dal cardinal legato Adriano Fieschi.

“Prima di allora – ricorda Stefano Vicarelli, storico della città e dei centri di Ponte – la strada no esisteva e per arrivare a Ponte Felcino si doveva percorrere la discesa di Casaglia, attraversare il ponte di Ponte Valleceppi e, quindi, prendere la strada Rivolta-Valvitiano costeggiando il Tevere”. Con l’Eugubina le cose cambiarono e si cominciò anche a limitare l’uso della strada Ponte Rio- Bulagaio, che è facile in discesa… ma, in salita, “na pettata!”, come dicono i perugini.

All’interno della struttura muraria in laterizi, con cornici in travertino e riquadri in pietra rosa, c’è una lunga iscrizione in lingua latina, ormai praticamente illeggibile. Che recita: “HADRIANO DE FLISCO, MUNIFICENTISSIMO PERUSINAE PROVINCIAE PRINCIPIS N. LEGATO, QUI AD CIVIUM APRICATIONEM ET COMMODUM VIAM NOVAM, REIECTIS PARVIS AEDIFICIS
RUDERIBUSQUE, PER QUAM ITER ET ACTUS DEBENTUR, AB UNO AD ALIA URBIS POMERIA, INCEPTAM AN. MDCCCXXIII AN. RS. MDCCCXXIV PERFECIT”.

Tradotta in italiano, l'iscrizione recita: "Ad Adriano Fieschi, munificentissimo Legato del nostro Sovrano per la Provincia Perugina, il quale, per la comodità e la possibilità di scaldarsi al sole dei cittadini, la via nuova attraverso la quale, abbattuti piccoli edifici e ruderi, il cammino ed il trasporto possono avvenire da un capo all'altro della città, cominciata l'anno 1823, portò a termine nell'anno della recuperata salvezza 182" (versione suggerita dal dottor Marco Andrea Fichera).

Non ci vorrebbe molto a ripulire la struttura e rimarcare con vernice nera l’iscrizione per renderla leggibile. L’impulso è partito dalla storica Claudia Minciotti Tsoukas che sta cercando di coinvolgere le associazioni del territorio. Il fatto è che lapidi e monumenti, messi a ricordo “imperituro”, sono “periti” per il cattivo stato di conservazione. Basterebbe una rinfrescata di vernice per “rinfrescare” anche la memoria dei posteri.

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