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Cronaca

Referendum costituzionale, Renzi a Perugia: "L'Italia si gioca il futuro"

Il premier apre la campagna elettorale: "Il sì è per cambiare l'Italia, il no è per lasciare tutto così com'è. Per decenni"

Da solo, sul palco del Capiti di Perugia e di fronte da una sala strapiena, per una rincorsa lunghissima che va dalla Perugina, dove ha fatto una visita a sorpresa, al cuore della questione, il referendum costituzionale del 4 dicembre, passando per “l'amico Brunello Cucinelli” e “la bellezza dell'Italia, che ci è stata data in prestito dai nostri figli e dai nostri nipoti”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi apre a Perugia la campagna elettorale per “sì”. Il punto è tutto racchiuso nella frase che campeggia alle spalle del premier: “Al passato diciamo grazie, al futuro diciamo sì”. Spiega Renzi: “Ci avviciniamo alla Costituzione in punta dei piedi. Dicendo grazie a chi l'ha scritta, sono dei giganti, ma il mondo cambia con una velocità impressionante”. E “questo referendum è il momento decisivo. Ci saranno conseguenze sia che vinca il sì sia che vinca il no. Io ne sono consapevole, in ballo c'è la posizione dell'Italia”. Perché “nel 2017 l'Italia è attesa da 'un triplete' di appuntamenti "decisivi" e "se ci arriviamo con la riforma costituzionale fatta è chiaro a tutti quello che può accadere, come posizionamento del Paese”. Appuntamenti come “l'incontro con i leader europei che saranno a Roma a marzo per discutere su come cambiare l'Europa, il G7 a Taormina a maggio e poi l'Italia nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite a novembre”.

E il fulcro “per cambiare l'Europa che ragiona con algoritmi e numeri” è tutto “nella stabilità dell'Italia, dove i governi durano meno di un gatto in autostrada. In 70 anni ne abbiamo avuti 63”. E quindi, per dono della sintesi, nel referendum. "Si parla di deriva autoritaria per un Paese che sta riducendo le poltrone, e' assurdo”. Renzi è in campagna elettorale. E allora mette mano al quesito referendario, spiegandolo punto per punto. Il “patto” è quello di “affrontare seriamente il referendum, ma con il sorriso. Ci diranno di tutto. Ci diranno che vogliamo ridurre gli spazi di democrazia. E' falso, noi riduciamo costi e poltrone. Ci diranno che vogliamo potenziare i poteri del premier. E' falso. Io – ha detto Renzi - sono grato a questo Parlamento per aver avuto il coraggio di dare un messaggio con cui si riduce il numero dei parlamentari, che non vuol dire meno democrazia. Non c’è nessuna deriva autoritaria, noi mettiamo ordine”. E ancora: “Questo referendum dirà molto di quello che l’Italia può fare. Io – ha detto ancora Renzi – sono in politica per cambiare le cose, non per restare nella palude”. E la ricetta, visto che siamo in campagna elettorale, è quella di “andare casa per casa, persona per persona”. In sintesi, prima del “viva Perugia e del viva l'Italia” conclusivo, il punto è questo: “Il sì è per cambiare l'Italia, il no è per lasciare tutto così com'è. Per decenni. La battaglia è a destra, perché sono convinto che la stragrande maggioranza della sinistra voterà per il sì. E voglio prendere i voti della destra al referendum. Perché? Perché questa si chiama maggioranza”.

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