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Cronaca

Equitalia, la convenzione "regionale" scade a giugno: nasce il fronte per licenziarla

Il 30 giugno scade la convenzione per il recupero crediti per i tributi regionali e locali. C'è chi chiede quindi di fare una società comunale-regionale in grandi di abbassare i costi, dilazionare e salvare le imprese e le famiglie

Licenziare Equitalia per evitare salassi, tassi di interesse da record e consentire alle imprese e ai cittadini di dilazionare i debiti in maniera più umana e in linea con la situazione difficile dei lavoratori e delle famiglie. Tutto questo almeno per le tasse regionali e comunali. L'ipotesi porta la firma del capogruppo dell'Udc Sandra Monacelli che ha proposto di realizzare un nuovo soggetto pubblico formato da Comuni e Regione dato che la convenzione con Equitalia scadrà il prossimo 30 giugno. Una soluzione già adottata da altre regioni del Paese.

 “Il prossimo 30 giugno scadrà la convenzione della Regione Umbria con Equitalia. Sarebbe pertanto opportuno che anche la nostra Assemblea legislativa, come sta accadendo in altre Regioni italiane, esamini la possibilità di affidare a un ente regionale in compartecipazione con i Comuni il compito di riscuotere tasse e tributi locali, al fine di dare un sostegno: dilazione dei pagamenti e/o di una sensibile riduzione delle sanzioni e degli interessi, a chi si trova veramente in difficoltà”.

Secondo Monacelli in un momento “drammatico” sotto il profilo economico e sociale come l'attuale, è “fondamentale che le istituzioni siano il più vicino possibile ai cittadini e alle aziende senza colpirli ulteriormente e pesantemente se, a causa della crisi, non riescono a pagare imposte e tasse nei termini stabiliti dalla legge. Il servizio di riscossione – aggiunge l'esponente dell'Udc - dovrebbe essere sinonimo di vicinanza al territorio. In Italia, invece, lo Stato, a causa di una normativa che conferisce poteri alla sua società pubblica di riscossione come in quasi nessun altro Paese occidentale, si trasforma a volte in aguzzino, pignorando e mettendo all'asta abitazioni, automobili e attrezzature, bloccando conti correnti, e così via. Addirittura – prosegue Monacelli -, con il recente obbligo di aprire un conto corrente per accreditare pensioni e stipendi superiori ai mille euro, può essere aggirato dalle società di riscossione anche il limite del pignoramento del quinto, stabilito per legge, in quanto, una volta trasferito l'importo, può essere bloccata l'intera somma presente in quel momento nel conto corrente e i successivi accrediti”.

Il capogruppo regionale dell'Udc sostiene, infine, che lo Stato dovrebbe avere presente le enormi difficoltà che le famiglie e le aziende stanno attraversando. Perché, in questo caso, non si parla di lotta all'evasione ma delle modalità di riscossione di quanto accertato. Lo Stato – conclude Monacelli - ha l'obbligo di valutare ogni singola posizione cercando di far rientrare il cittadino/debitore senza aggredirlo, lasciandolo indifeso se non addirittura senza speranza di vita”.

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