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Cronaca

Dossier Umbra Acque - Siamo rimasti (quasi) a secco: i dati sulle sorgenti e i territori più colpiti: -50% di piogge

Umbra Acque nel corso di questi mesi nonostante il grave deficit di precipitazioni e la conseguente riduzione delle portate idriche disponibili, è riuscita comunque a garantire con continuità l’approvvigionamento idropotabile in tutto il territorio gestito

C'è bisogno della pioggia... per evitare una crisi peggiore.
Nel dossier di Umbra Acque presentato alla camera si ribadisce che anche in Umbria sono state necessarie le autobotti seppur in casi limitati: "Le maggiori criticità si sono verificate nei sistemi acquedottistici alimentati da risorse locali e non collegati alle principali dorsali di adduzione. In questi casi è stato necessario ricorrere al sussidio delle fonti di approvvigionamento tramite trasporto di acqua mediante autobotti con costi raddoppiati rispetto alla media storica". Nel dossier si ammette che senza piogge nei mesi invernali si rischia una crisi idrica ancora più grave in Umbria: "Si rimarca che in assenza di abbondanti precipitazioni nei prossimi mesi, tali da non garantire il completo recupero dei deficit accumulati, si può ipotizzare uno scenario ancora più grave a partire dalla prossima primavera. Pertanto non si deve abbassare la guardia e si rende necessario programmare fin da subito ulteriori e mirati interventi".

Garantito il servizio idrico nonostante le difficoltà.
E la guardia Umbra Acque non l'ha abbassato e, insieme alla Regione non ha intenzione di farlo. Infatti nel corso di questi mesi nonostante il grave deficit di precipitazioni e la conseguente riduzione delle portate idriche disponibili, Umbra Acque S.p.A. è riuscita comunque a garantire con continuità l’approvvigionamento idropotabile in tutto il territorio gestito. In più si è inoltre proceduto all’accelerazione delle operazioni di messa in esercizio del potabilizzatore di Citerna a servizio dell’Alta Valle del Tevere, a cui arrivano le acque dall’invaso di Montedoglio con una produzione in questa prima fase di circa 100 l/s rispetto la capacità di progetto finale pari a circa 400 l/s. Ciò ha consentito nell’immediato, e tanto più lo sarà nel futuro a regime, di trasferire al sistema perugino un volume idrico molto utile soprattutto in questi momenti di crisi, a fronte tuttavia di elevati costi di sollevamento e di gestione. Chiesto ed ottenuto dall'azienda l’emissione da gran parte dei Comuni di apposite Ordinanze per il divieto dell’uso dell’acqua
per scopi non essenzialmente potabili.
 

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