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Cronaca Citerna

Razzismo sui campi dell'Umbria, il Pistrino si ribella: "Queste persone non possono stare nel calcio"

La denuncia della Polisportiva: "Un nostro giocatore insultato per il colore della pelle da un tesserato del Padule, che a 40 anni suonati probabilmente non ha ancora capito come si sta al mondo"

Ancora razzismo sui campi dilettantistici dell'Umbria, dove purtroppo a salire alla ribalta delle cronache sono troppo spesso epidosi deprecabili piuttosto che le gesta tecniche e i gol dei calciatori. A denunciare e a ribellarsi stavolta, in una lettera che riceviamo e pubblichiamo, è la Polisportiva Pistrino dopo il match di Prima Categoria contro il Padule San Marco.

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La lettera della Polisportiva Pistrino:

"Ancora Razzismo: ORA BASTA! 

Pistrino-Padule San Marco. Partita di Prima Categoria Umbra. Una bella partita, di quelle giocate a viso aperto e con rispetto reciproco tra le due formazioni. Una partita maschia ma estremamente corretta.

E poi salta fuori il solito fenomeno: un tesserato del Padule in campo. Una persona di 40 anni suonati che ancora probabilmente non ha capito come si sta al mondo. Una persona nel calcio da una vita che si permette di insultare un nostro giocatore per il colore della sua pelle.

Qualcuno vorrebbe ancora passare sopra ad episodi del genere; beh NOI NO!

Ci teniamo a sottolineare con fermezza che sia i dirigenti che gli altri calciatori del Padule hanno prontamente preso le distanze dalle parole del proprio tesserato, e per questo rendiamo loro merito.

Chi ogni Domenica butta passione in campo lo sa bene che a volte possono saltar fuori frasi sopra le righe, per questo ci saremmo aspettati a fine gara almeno delle scuse dal tesserato in questione che per primo dovrebbe essere un esempio per i giovani, per i propri calciatori e compagni e per la squadra che lo manda in campo. Purtroppo niente di tutto ciò.

Aldilà dei meriti sportivi, aldilà dei risultati conseguiti sul campo da una grande squadra come il Padule. Persone come queste non possono stare nel calcio. Ci riserviamo il diritto di prendere qualsiasi provvedimento possa essere necessario per poter tututale il nostro giocatore vittima di razzismo e per far sì che ciò non accada mai più".

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