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Cronaca

Violente rapine, spray urticante, Taser e pistola puntata in faccia: la banda rischia il processo

Una sfilza di capi di imputazione - dalle lesioni alla rapina fino al sequestro di persona, dodici persone (a vario titolo) coinvolte e una richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Perugia

Una sfilza di capi di imputazione - dalle lesioni alla rapina fino al sequestro di persona, dodici persone (a vario titolo) coinvolte nell’inchiesta e una richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Perugia che ora chiede il processo per tutti.

Rapine dal modus operandi violento, dove non sono mancate lesioni alle vittime “colpevoli” di essersi volute ribellare alle loro richieste (sotto minaccia di armi) di danaro e incassi della giornata. La vicenda deflagrò nel dicembre scorso con l’applicazione di 13 misure cautelari sia in carcere che agli arresti domiciliari firmate dal gip Piercarlo Frabotta.

Fra le contestazioni mosse dagli investigatori alla banda, c’è quella di aver tentato di rapinare nel dicembre del 2017, a Magione, il titolare di un esercizio commerciale sotto minaccia di una pistola, per poi riempirlo di calci e pugni per farsi consegnare il borsello. Nel gennaio del 2018, appena un mese dopo, cinque degli indagati finiti sotto inchiesta, ognuno con il proprio ruolo mettono a segno un colpo all’interno di una sala scommesse a Perugia.  Pistola puntata contro la titolare, e dietro minaccia di morte, riescono ad impossessarsi di 1.200 di euro mentre fuori c’è un’auto ad attenderli (guidata da uno dei cinque) per scappare dopo la rapina. Prima di andare via, però, chiudono a chiave la titolare all’interno di uno stanzino per avere il tempo di farla franca e per impedirle di avvisare le forze dell’ordine.

Fra i colpi attribuiti agli imputati anche quello all’interno di una tabaccheria a Ellera di Corciano, armati di coltello di pistola, esplodendo un colpo d’arma fuoco all’uscita e riuscendo a portar via una somma di circa 4mila euro, terrorizzando i dipendenti. Ma c'è di più perchè 3 dei presunti rapinatori avrebbero sequestrato i loro stessi "complici" in modo da costringere a contattare un altro soggetto per poter collaborare in altre azioni delittuose. 

Violenti, spregiudicati. E' così che appaiono nel mettere in atto rapine anche tramite minaccia del taser (la pistola elettrica) come quella accaduta nel febbraio del 2018 nel parcheggio di un cinema a Perugia. Vittime due giovani donne raggiunte da due rapinatori, minacciate con il taser e costrette a scendere dall'auto per rubarla. In un altro episodio contestato, per rapinare un dipendente di una ditta di videogiochi che si accingeva a versare i soldi in uno sportello bancomat a Ellera, gli avrebbero spruzzato dello spray urticante agli occhi per poi colpirlo con calci e pugni e sottraendogli così tutto il denaro che aveva (circa 36mila euro). Le dodici persone che, secondo gli organi inquirenti, sarebbero colpevoli a vario titolo dei capi d'imputazione a loro ascritti, compariranno dinanzi al giudice per l'udienza preliminare il prossimo 19 novembre. Solo uno ha scelto la strada del patteggiamento. Gli avvocati difensori sono, tra gli altri: Federica Boldrini, Francesco Falcinelli, Donatella Panzarola, Simone Manna, Francesco Gatti.

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