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Cronaca Madonna Alta / Via Settevalli

Sgominata la banda dei rapinatori seriali: era il terrore delle sale giochi di Perugia

I 4 indagati dovranno rispondere, in concorso, delle 3 rapine ricostruite dalla Polizia. Saranno successive ed ulteriori indagini della Squadra Mobile ad accertare quante e quali altre rapine siano riconducibili al gruppo indagato

Flemma Michele e Pompili Gabriele, quarantenni perugini, entrambi pluripregiudicati, indossano i passamontagna e, pistola-giocattolo alla mano (ma assolutamente identica ad un’arma vera), fanno irruzione nella sala ed in pochi minuti seminano il panico.

Il primo, armato di pistola, la punta al commesso intimandogli di non alzare la testa e di non osare minimamente ribellarsi. Il secondo, con le mani libere, salta oltre il bancone e costringe il povero malcapitato ad aprire, con le proprie chiavi in dotazione, la cassaforte contenente l’incasso.

Prendono il bottino, che ammonta a circa 8500 Euro in contanti e, con estrema velocità, si dileguano: fuori dal locale, pronta per la fuga, c’è la Fiat Punto della madre di uno dei due banditi. Qualche giorno più tardi, l’8 aprile 2013, sempre di notte, verso le 22.00, uno dei due rapinatori, Flemma, fa irruzione in un’altra sala giochi, la “Golden Star” di Via Pievaiola, con le solite modalità, a quanto pare efficaci: indossa sempre un passamontagna scuro ed è armato con la stessa arma, “giocattolo” ma fortemente convincente.

Nel locale, stranamente, non c’è neanche un avventore, ma vi trova soltanto due giovani ed ancor più indifese dipendenti: anche in questo caso, il rapinatore minaccia di fare fuoco e si fa consegnare l’incasso, stavolta ben più sostanzioso, pari a circa 15000 Euro.

Anche stavolta, Flemma, si dà a una precipitosa fuga a bordo dell’auto della madre. In questo evento delittuoso va però segnalata una particolarità fondamentale, che le scrupolose ed articolate indagini della Polizia lasceranno emergere: una delle due commesse, Iamunno Manuela, trentanovenne di origini campane ma residente a Bastia Umbra (Pg), è una “basista” della “banda”, abilissima nel simulare paura ed apprensione davanti al rapinatore ed alla sua ignara collega, ma altrettanto precisa e puntuale nel segnalare al proprio fidanzato, Puglisi Marco, trentacinquenne di origini viterbesi ma residente a Perugia, anch’egli tra gli organizzatori dei colpi, l’orario più idoneo per agire indisturbati, possibilmente in assenza di clienti.

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Un’organizzazione “familiare” e davvero meticolosa. Infine, siamo al 24 giugno 2013, sempre verso le ore 22 e sempre all’interno della “Golden Star” di Via Pievaiola: il sistema di comunicazione e di organizzazione predisposto grazie alla “talpa” impiegata del locale pare che funzioni, perciò viene riproposto.

Flemma Michele, sempre con il suo inseparabile passamontagna e con la solita arma finta, entra nella sala dove, come previsto, non vi sono clienti ma soltanto due commesse, stavolta la “basista” ha preferito indicare un orario idoneo all’azione ma, per maggiore cautela, in sua rigorosa assenza.

Le due povere dipendenti vengono non solo gravemente minacciate, ma percosse: una viene barbaramente strattonata per un braccio e l’altra per un polso.La richiesta del rapinatore è sempre la stessa: l’incasso. Le due ragazze, intimorite, non possono fare altro che consegnare all’incursore tutto ciò che è custodito in cassaforte, ovvero la bellezza di circa 7500 Euro. Come sempre, Flemma risale a bordo della sua solita utilitaria di famiglia e scappa, sicuro di non essere né visto né riconoscibile.

La presente ricostruzione è il risultato di una articolata e meticolosa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Perugia, diretta dal Dott. Chiacchiera, ed in particolare dalla Sezione “Reati contro il patrimonio” (tradizionalmente la “Squadra Antirapina”), retta dal Sostituto Commissario Fabio Tistaiano che, di costante intesa con il Pubblico Ministero titolare dell’indagine, Sost. Proc. Dott. Paolo Abritti, ha effettuato un’accurata e precisa ricostruzione dei fatti, individuando non solo gli autori delle 3 rapine descritte, ma anche i loro “fiancheggiatori”, fondamentali per il buon esito degli eventi delittuosi.

Lo spunto d’indagine è l’arresto in flagranza di uno dei due componenti “operativi” del gruppo, Pompili Gabriele, arrestato in flagranza dai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine “Umbria e Marche” l’8 luglio 2013 nel corso di una successiva rapina compiuta in Via Settevalli presso il “Banco Metalli Italiano”.

Successivamente a tale arresto, il Pompili avviò una collaborazione con gli investigatori della Squadra Mobile, volta ad ottenere benefici preprocessuali, e chiamando in causa il suo complice storico, nonché inseparabile amico d’infanzia, Flemma Michele. Anche quest’ultimo, sottoposto ad interrogatorio, ha deciso di collaborare con la Polizia per ricostruire i fatti.

Fatti che sono stati accertati e ricostruiti certamente partendo dalle dichiarazioni dei due principali indagati, ma soprattutto attraverso innanzitutto infiniti riscontri necessari a conferire valore probatorio a tali dichiarazioni, e soprattutto a seguito di ulteriori sviluppi investigativi che hanno permesso di individuare i loro complici.

In particolare, nell’organizzazione delle rapine contestate, fondamentale fu il contributo di Puglisi Marco, personaggio “chiave” del gruppo in quanto tramite tra i rapinatori e la sua fidanzata, Iamunno Manuela, impiegata presso la sala giochi scelta come obiettivo “privilegiato” per i colpi.

In base a quanto emerso dall’attività d’indagine, le rapine erano sempre precedute da un segnale “telefonico” dato dalla ragazza ai rapinatori, per il tramite del suo compagno che era in costante contatto e collaborazione con loro. All’esito delle indagini, per le quali la Polizia ha deferito ben 7 soggetti, il PM ha inteso, anche in considerazione della parziale collaborazione degli indagati, emettere un provvedimento di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415bis Cpp. a carico di 4 di essi: i 4 indagati dovranno rispondere, in concorso, delle 3 rapine ricostruite dalla Polizia. Saranno successive ed ulteriori indagini della Squadra Mobile ad accertare quante e quali altre rapine siano riconducibili al gruppo indagato.


 

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