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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ragazzo morto, svolta la visita del medico legale: dalle lesioni dell'indagata la verità sulla morte di Samuele

Due ore di controlli per valutare la compatibilità delle ferite della brasiliana con quanto dichiarato e con quello che è emerso dall'autopsia sul corpo di Samuele De Paoli

Oltre due ore di accertamenti per valutare la compatibilità delle lesioni riscontrate con quanto raccontato agli investigatori. Pineiro Reis Duarte Hudson, la transessuale indagata per la morte di Samuele De Paoli, è stata visitata dal medico legale Sergio Scalise Pantuso (insieme con i consulenti di parte Annamaria Verdelli e Antonio Galzerano) per ricostruire, attraverso le ferite e le lesioni (quattro costole rotte, forse il naso, volto tumefatto) la lite che poi portato alla morte del giovane di 22 anni di Bastia Umbra.

L'indagata, per omicidio preterintenzionale, ha raccontato che la lite sarebbe iniziata in auto. All'interno dell'abitacolo il giovane l'avrebbe picchiata, prendendola a pugni e afferrandola per i capelli. Nell'auto sono state trovate tracce sangue e una ciocca di capelli, entrambi appartenenti alla trans.

La quale ha affermato che entrambi sono usciti dall'auto, sempre litigando, e che il giovane l'avrebbe picchiata utilizzando un bastone o una mazzo. Dell'oggetto gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Gianluca Boiano, non hanno trovato traccia, nonostante il luogo del delitto sia in aperta campagna, con diversi alberi vicini. Anche i segni sul corpo della vittima non chiariscono questo passaggio. La mano destra di Samuele reca i segni tipici di una scazzottata, mentre la sinistra, presumibilmente utilizzata per afferrare la testa dell'indagata, non ha segni particolari, ma potrebbe essere stata utilizzata anche per brandire un oggetto contunendente.

Dalla visita del medico legale e dalla comparazione delle ferite, potrebbe emergere con chiarezza se l'indagata sia stata colpita a mani nude o con un oggetto. Oltre alle lesioni già refertate il giorno successivo alla lite con la vittima, i medici hanno riscontrato dei segni sul collo dell'indagata, probabilmente dovuti alla pressione delle mani di Samuele. Segni che contraddistinguono due azioni lesive distinte e di diversa entità: una prima con segni più profondi, forse avvenuta in macchina, con la vittima che in quel momento aveva la predominanza; una seconda più lieve, forse un tentativo di difesa da parte delle vittima, con forza calante. Su questo sono chiamati a chiarire i periti.

Dall'autopsia è emerso con chiarezza, invece, che l'indagata ha stretto la mano destra al collo della vittima. Per difendersi dall'aggressione o per strangolare? Al momento risultano i segni di quattro dita sul lato sinistro del collo di Samuele e del pollice sul lato destro. Proprio questa pressione potrebbe aver causato la morte del giovane, andando e ledere il nervo vago, provocando un principio di soffocamento e, forse, una crisi cardiaca.

L'indagata ha anche sostenuto che lottando, i due sono caduti nel fosso dove poi è stato trovato il giovane, ormai morto. Le lesioni e i segi sulla schiena della trans sono stati esaminati con attenzione. La trans ha sostenuto che dopo la caduta lei si sarebbe rialzata per fuggire, sentendo il giovane che chiedeva aiuto per uscire dal fosso; ma lei sarebbe scappata per paura, pensando di ritornare qualche ora dopo per vedere come stesse Samuele. Sconsigliata in questo da una persona che è usa accompagnare l'indagata in quell'area per poi riprenderla la sera.

Ieri si sono celebrati i funerali della vittima a Bastia Umbra, in forma strettamente privata, mentre domani inizieranno le operazioni peritali sui cellulari dell'indagata e di Samuele.

L'indagata è assistita dall'avvocato Francesco Gatti. La famiglia della vittima si è affidata agli avvocati Valter Biscotti e Brenda Ercolani.

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