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Cronaca

"Io studentessa fuori sede, aiutata a tenere il bambino"

La storia di una ragazza, studentessa di Medicina, che ha accettato di tenere il suo bambino ed oggi è volontaria del Centro di Aiuto alla Vita di Perugia.

 

Estate, tempo di vacanze per molti. Ma la solidarietà e la disponibilità verso chi si trova in difficoltà non possono fermarsi. Resta alta anche in questo periodo l’attenzione del Centro di Aiuto alla Vita di Perugia per le donne alle prese con una scelta difficile, quella di portare avanti una gravidanza non attesa in una situazione non proprio accogliente. Il CAV è il braccio operativo del Movimento per la Vita, l’associazione che promuove dal 1978 l’accoglienza ed il rispetto della vita umana dal concepimento e fino alla morte naturale. Il CAV perugino di S.Lucia, nel 2011, assieme alla sede di Castel del Piano, ha accolto presso il proprio sportello di ascolto 142 donne, di cui 68 gestanti.
 
Tra i tanti volti approdati a quest’estremo appiglio di speranza, Leonia Mezzetti, volontaria e socia fondatrice del Centro, ricorda in particolare la storia di Francesca (un nome di fantasia per tutelare la privacy della donna), studentessa di medicina fuori sede, ventisette anni. “Quando è rimasta incinta il suo fidanzato le ha detto ‘o la gravidanza o me’. Lei sola qui a Perugia, è stata a lungo in dubbio, pensando che questa gravidanza avrebbe potuto interrompere oltre alla sua relazione, la sua carriera di studi e quindi la possibilità di avere un lavoro e di vivere. Diceva ‘ho bisogno delle mie certezze’ mentre i giorni utili per decidere scorrevano. Noi del CAV le siamo stati vicino, come cerchiamo di fare con tutte le donne, offrendole aiuto anche per il periodo dopo il parto. Quello che possiamo fare, oltre ad attivare un piccolo sostegno economico che non è mai il vero problema di una donna che decide di abortire è starle vicino, andarla a trovare, accompagnarla alle visite durante la gravidanza e farle compagnia nei difficili momenti a ridosso del parto. Francesca, alla fine ha deciso di accogliere il bambino. Diceva: ‘sento che la speranza comincia a farsi largo in me, ogni giorno la paura del futuro mi abbandona’. Il suo bambino, Saul, è nato lo scorso gennaio e Francesca, oltre ad essere riuscita a sostenere diversi esami serenamente per tutta la gestazione, riesce tuttora a portare avanti lo studio. ‘Saul mi da forza e mi spinge ora ad impegnarmi ancora di più per il nostro futuro!’.
Inoltre, compatibilmente con i suoi impegni di neo mamma e di studentessa, ha deciso di unirsi ai volontari del CAV per aiutare altre donne che si trovino nella sua situazione”.
 
La storia di Francesca è una delle tante che varcano la soglia del Centro di Aiuto alla vita di Perugia non solo e non sempre decise a rinunciare alla gravidanza, ma spesso semplicemente sole o disorientate in un contesto sociale che non incoraggia la maternità.
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