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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Maxi processo contro la 'Ndrangheta a Perugia, si entra nel vivo: parlano i primi testimoni in aula

E’ tornato oggi in aula il maxi processo contro la 'Ndrangheta, e che vede coinvolte  una cinquantina di  persone finite alla sbarra e accusate – a vario titolo -  di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, estorsione, traffico di droga, truffa, usura

E’ tornato oggi in aula il maxi processo contro la 'Ndrangheta, e che vede coinvolte  una cinquantina di  persone finite alla sbarra e accusate – a vario titolo -  di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, estorsione, traffico di droga, truffa, usura. Accuse queste, rivolte contro il presunto clan mafioso, partito dall’inchiesta denominata “Quarto passo” e che svelò un dominio n’dranghestista su Perugia.

Oggi, dinanzi al secondo collegio presieduto da Gaetano Mautone (a latere giudici Loschi e Grassi), ad essere ascoltato è stato uno dei testimoni pm, riguardante alcune cessioni droga, nel periodo 2012-2013, vendute da uno degli imputati in un bar di Ponte Felcino. Si tornerà in aula nel 2018 per altri testimoni riguardanti le cessioni di droga a Perugia. Le prossime udienze fissate sono il 22 gennaio e il 5 febbraio. 

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I numeri dell'inchiesta - La cosca aveva messo le mani su 39 imprese, 106 immobili, 129 veicoli, 28 contratti assicurativi, oltre 300 rapporti bancari e di credito. L'operazione  “Quarto Passo” era riuscita a svelare in che modo le mani della 'Ndrangheta avessero tessuto una stretta rete su tutta la provincia di Perugia, incoronando però il capoluogo umbro quartier generale del clan.

La sede del clan era radicata a Ponte san Giovanni, una organizzazione criminale affiliata alle famiglie di Cirò e Cirò Marina, anche se autonoma e formata da vari calabresi emigrati in Umbria da anni; gli inquirenti hanno "documentato le modalità tipicamente mafiose di acquisizione e condizionamento di attività imprenditoriali, in particolare nel settore edile, anche mediante incendi e intimidazioni con finalità estorsive.  Gli imputati sono difesi, tra gli altri,  dagli avvocati: Adorisio, Cozza, Modesti, Modena, Paccoi, Egidi, Schettini, Figoli, De Lio, Zaganelli, Nannarone, Modena, Balani, Zaganelli. Si torna in aula il 23 ottobre.

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Le scorse udienze Dopo che il collegio, nelle scorse udienze, aveva rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dall’avvocato Cristina Zinci in favore del tribunale del Catanzaro, il processo ha ripreso con una nuova udienza relativa alle richieste istruttorie del pool di avvocati difensori. L’apertura del dibattimento dinanzi al collegio (Giudice Mautone, a latere Loschi e Grassi), era stata affidata all’ascolto dei primi testimoni: i tre custodi giudiziali che furono nominati per i sequestri degli imputati. Iniziano le prime testimonianze nell' Aula Affreschi del tribunale di Piazza Matteotti. 

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