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Cronaca

Quartieri a luci rosse a Perugia? Mori contro il suo Pd: "Le donne non sono oggetti di piacere..."

Quartieri del sesso a Perugia per regolamentare questo fenomeno? No, neanche a parlarne. E questo lo dice il consigliere comunale Emanuele Mori che pubblicamente si dissocia con il proprio capogruppo comunale che aveva rilanciato il progetto proposto da Marini, sindaco, nella sua Roma

Quartieri del sesso a Perugia per regolamentare questo fenomeno? No, neanche a parlarne. E questo lo dice il consigliere comunale Emanuele Mori che pubblicamente si dissocia con il proprio capogruppo comunale che aveva rilanciato il progetto proposto da Marini, sindaco, nella sua Roma. ECCO LA DURA PRESA DI POSIZIONE DI EMANUELA MORI

di Emanuela Mori *consigliere comunale e presidente di commissione Pd

"Sono a dir poco indignata riguardo la proposta presentata in questi giorni dal sindaco di Roma Ignazio Marino e fatta propria dal capogruppo del PD in Consiglio comunale a Perugia, dal quale mi dissocio completamente.

L'ipotesi di creare quartieri a luci rosse dove “relegare” le prostitute in strada è immorale e mi meraviglio che sia stata avanzata da amministratori per lo più di sinistra, che dovrebbero essere sensibili alla condizione delle donne, da trattare come esseri umani e non come oggetti.

Un’area riservata al sesso o la riapertura delle case chiuse sono proposte inaccettabili in quanto sarebbe una resa di fronte ad un mestiere sicuramente “antico come il mondo”, ma che non si può risolvere attraverso scoop o progetti indecenti, né nascondendo la polvere sotto al tappeto.

La piaga della prostituzione comporta uno sfruttamento della donna e non si può né si deve regolarizzare per motivi di ordine pubblico, né tollerare escogitando degli ipocriti escamotages, ma deve essere debellata perché non è lecita e non si deve aiutare il favoreggiamento.

Occorre l’impegno di tutta la società, a livello istituzionale con la prevenzione attraverso il potenziamento di severi controlli che multino duramente i clienti, un’attività di tutela delle vittime favorendo il lavoro silenzioso di congregazioni religiose come quella di Don Benzi, che operano in contesti difficili per “spezzare le catene” che legano le vittime ai loro sfruttatori, e di un’azione giudiziaria mirata nei confronti dei responsabili.

Lo stesso Papa Francesco ha parlato a piu' riprese di nuova schiavitù, colpendo duramente coloro che vivono sulle spalle di persone spesso spogliate della loro libertà, dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. Donne trattate come oggetti e sfruttate che cadono in false promesse di lavoro di reti criminali che gestiscono il traffico di esseri umani per adescare giovani in ogni parte del mondo. Quando era arcivescovo di Buenos Aires, Papa Bergoglio aveva combattuto direttamente e lottato contro lo sfruttamento della prostituzione, impegnandosi a proteggere le vittime, procurando nascondigli e luoghi per fuggire.

Non ultimo il problema della sicurezza. Si parla di voler riaprire addirittura le case chiuse per dare maggiore dignità alla donna. Esiste una legge, la Legge Merlin del 1958 con la quale venne decisa la chiusura della case di tolleranza che richiederebbe un’iter di revisione e proposte di modifica che non si può adottare facendo semplici proposte dalle pagine dei giornali. Questi eventuali appartamenti o postriboli in quali condomini sarebbero scelti? Vivo in un quartiere dove purtroppo si convive con questo fenomeno e posso dire per esperienza personale che ciò lo rende ancora più invivibile".

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