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Cronaca

Il "flash mob" dei togati: "Ve lo spieghiamo noi perché la giustizia è lenta"

E' stato il pubblico ministero Massimo Casucci, oggi, 11 dicembre, a mettere nero su bianco, davanti a colleghi, avvocati e giornalisti, tutte le perplessità della magistratura in proposito alla riforma che sta attuando l'attuale Governo

Le altre aule si svuotano. Giudici e avvocati si danno appuntamento in quella che davanti alla porta ha affissa la lettera “A”. Nel frattempo il conta persone dell’aula inizia il suo countdown per il primo “flash mob”, come lo chiama il pm Massimo Casucci, della magistratura perugina. Il nemico pubblico numero uno pare che per i togati sia diventata quella falsa “idea di innovazione” lanciata dal Governo Renzi e dal ministro Orlando in primis.

L’ANM denuncia, infatti, da tempo la crisi di efficienza e di funzionalità in cui versa il sistema giudiziario italiano, che “si traduce in crisi di credibilità della Giustizia, con gravi ricadute sul principio di legalità e di uguaglianza davanti alla legge”. Casucci sottolinea inoltre che “le attuali riforme, frettolosamente definite rivoluzionarie, contengono interventi inutili e di facciata e sono state realizzate attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza e sfruttando slogan propagandistici”.

Ma dalla critica si passa alla proposta. I magistrati chiedono, infatti, che si realizzino con urgenza  vere riforme dirette a rendere efficienti il servizio giustizia, che si provveda inoltre alla riqualificazione in tempi  celeri del personale amministrativo in servizio e all’assunzione di nuovo personale in misura adeguata alle impellenti esigenze di lavoro.

Ma ad essere carente è anche il personale del tribunale di Perugia, costretto a straordinari non pagati ed è per questo che Casucci chiede anche che siano “assicurate condizione di lavoro decorose e piena tutela dei diritti fondamentali”. Pietra dello scandalo è anche quel periodo feriale preso di mira proprio dall’attuale presidente del Consiglio che, secondo i togati, non va “toccato”.

Disposta quindi la giornata per il Giustizia il prossimo 17 gennaio. I tribunali verranno, infatti, aperti ai cittadini “così che tutti potranno rendersi conto delle vere motivazioni dei ritardi della giustizia”. “Anche della porta sfondata a suon di testate”, urla di rimando un avvocato. L’assemblea si chiude con una battuta che poi tanto battuta alla fine non è.

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