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Cronaca Città di Castello

Il centro benessere per soli uomini nascondeva una casa d'appuntamenti con prezzi da 30 a 100 euro

Città di Castello, la Guardia di finanza irrompe nei locali dove trova due ragazze cinesi quasi nude e la titolare che accompagnava i clienti. Chiusa l'operazione Hot China

Casa d'appuntamenti camuffata da centro benessere scoperta e posta sotto sequestro a Città di Castello dalla Guardia di finanza del Comando Provinciale di Perugia su disposizione della Procura della Repubblica.

L'attività commerciale, priva di autorizzazioni e di personale qualificato, all’esterno sembrava un centro benessere a tutti gli effetti, ma nella realtà il negozio era una casa d’appuntamenti nella quale si prostituivano giovani cinesi, alcune delle quali clandestine.

Le indagini, effettuate dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Città di Castello, sono scattate dopo aver scoperto che l’attività era pubblicizzata su internet, tramite annunci su un noto sito d’incontri, ove erano esposte, tra l’altro, le foto di ragazze orientali in lingerie e inequivocabili pose sexy, con sotto impresso il numero di telefono da contattare.

Nel corso di alcuni appostamenti, i finanzieri hanno osservato che il locale, aperto fino a tarda notte, era frequentato solo da uomini. Inoltre, la titolare, anch’essa di origini cinesi, secondo le banche dati, non si avvaleva della collaborazione di alcun dipendente.

A questo punto è scattato il blitz dei militari: al loro ingresso nel “centro benessere” sono stati accolti da due ragazze in abiti succinti e sexy, sfornite del previsto camice e, soprattutto, del permesso di soggiorno.

Le due ragazze sono state accompagnate presso il centro d’identificazione ed espulsione di Roma. Oltretutto, una delle donne era stata già colpita, in precedenza, da provvedimento di espulsione. La titolare è stata denunciata per aver impiegato manodopera clandestina ed è stata comminata anche la sanzione amministrativa per aver impiegato quattro ragazze senza il regolare contratto.

Le ulteriori indagini si sono mosse proprio dall’analisi dei tabulati telefonici del numero pubblicizzato sul sito internet.

Dopo aver sentito numerosi clienti, di età compresa tra i 19 ed i 63 anni, provenienti anche dai vicini comuni ed aver eseguito altre perquisizioni, i finanzieri hanno trovato conferma di quanto ipotizzato: all’interno del locale le ragazze si prostituivano regolarmente con abituali frequentatori.

Durante le successive perquisizioni, sono stati rinvenuti e sequestrati quasi 2000 euro in contanti, occultati sotto un materasso, svariati preservativi anche di marca cinese, abbigliamento ed altro materiale, tra cui il cellulare utilizzato per fissare gli appuntamenti. La titolare è stata accusata del reato di sfruttamento della prostituzione.

Secondo le indagini, la donna accoglieva i clienti del centro benessere e dopo aver incassato il corrispettivo per la prestazione richiesta, li accompagnava all’interno delle stanze, dove potevano denudarsi e sdraiarsi sul lettino in attesa di consumare l’atto sessuale con la ragazza che si trovava all’interno.

Le tariffe erano variabili, a seconda delle prestazioni ricevute, con prezzi oscillanti tra i 30 e i 100 euro.

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