L'INTERVENTO "L'esercito in azione a Perugia contro il crimine? Si può fare, ecco i precedenti"
Per chi non ne è al corrente, l'intervento dell'Esercito italiano in una città non è per nulla una cosa fuori dal comune anzi, quello di cui parla il Consigliere Comunale Michelangelo Felicioni (Lega Nord) nella sua lettera al Sig. Sindaco Andrea Romizi non è altro che l'Operazione "Strade Sicure" e non il "progetto Città Sicure" come viene scritto nella lettera. Ho avuto modo di constatarne direttamente la sua efficienza e utilità ai tempi in cui ho svolto il mio anno da volontario in ferma prefissata di un anno (VFP1) nell'Esercito Italiano, parte del quale a Firenze nel 2011, proprio quando un contingente della 132^ Brigata Corazzata "Ariete" e in seguito un altro formato dai paracadutisti del Reggimento 186° Folgore svolgevano il loro servizio nella suddetta missione.
Attraverso il portale della Difesa (https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/NazionaliInCorso/StradeSicure/Pagine/default.aspx) possiamo tranquillamente constatare come è nata l'idea e quale è il suo reale svolgimento . Si tratta di una missione in territorio nazionale , fortemente voluta nel 2008 dall'allora Ministro della Difesa Ignazio La Russa, sotto il governo Berlusconi IV, avviata con il Decreto legge nr. 92 del 28 maggio 2008, convertito poi nella legge nr. 152 del 24 luglio 2008. Prevede la possibilità di impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, in aree metropolitane o densamente popolate. Il personale, posto a disposizione e coordinato dai Prefetti, è impiegato per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché in perlustrazione e pattuglia congiuntamente alle Forze di Polizia.
Non si tratterebbe in realtà di un'occupazione militare o di un intervento di Peacekeeping, come emerso ironicamente dagli articoli di varie testate giornalistiche che riportavano la lettera del Consigliere Comunale della Lega Nord, bensì di una normale attività di supporto alle nostre Forze di Polizia locali. Non vedremo sicuramente filo spinato e carri armati per il centro storico, ma semplicemente agenti delle Forze dell'ordine impegnati nelle consuete attività di pattugliamento affiancati però dai militari dell'Esercito. I soldati, inoltre, molto probabilmente saranno in divisa d'ordinanza nelle ore diurne e non in uniforme da combattimento; per quanto riguarda l'armamento, invece, porteranno nella fondina la semplice pistola d'ordinanza e non imbracceranno una mitragliatrice MG 42 o un lanciarazzi MILAN; tutto questo proprio per non dare al cittadino o al turista quella sensazione di occupazione militare che potrebbe scaturire dal vedere magari i militari in pieno assetto da guerra pattugliare le vie della città; si tratta dunque di una giusta precauzione presa anche in altre grandi città di turismo e cultura come Milano e Firenze, come ho potuto appurare direttamente durante il mio servizio militare.
L'operazione ha in sé un'alta valenza strategica in quanto intimorisce e scoraggia ancora di più coloro che hanno intenzioni di commettere atti di natura criminale; sopperisce inoltre al grave problema delle Forze di Polizia sotto organico; l'innesto dei militari al fianco degli agenti di Polizia o Carabinieri garantirebbe infatti un, seppur temporaneo, utile rimpolpamento.
Tutto ciò, verosimilmente, gioverebbe molto alla nostra città, poiché contribuirebbe a frenare questo nuovo fenomeno di criminalità che ha ripreso ad attanagliare la nostra città in questi giorni. Purtroppo non è così semplice poiché a parer di legge la nostra città non è idonea all'esecuzione dell'Operazione sul proprio territorio. Il nostro Sindaco quindi poco può fare se non invitare chi siede a Roma a una parziale modifica del testo o a un qualche cavillo burocratico per poter trarre anche noi beneficio da questo utile e necessario servizio di prevenzione e lotta alla criminalità.
Eugenio Farinelli
Caporale VFP1 in congedo