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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Insulti omofobi, calci e pugni a uno studente 14enne: professore rinviato a giudizio

Abuso d'ufficio,percosse e lesioni. Per lui il processo si aprirà ad aprile 2019 dinanzi al primo collegio del tribunale di Perugia. La famiglia dello studente si è costituita parte civile

Percosse, lesioni, ingiurie, abuso d'ufficio. Accuse pensantissime per un professore di un istituto scolastico in provincia di Perugia nei confronti di un allievo all'epoca dei fatti 14enne. E' stato rinviato a giudizio questa mattina dal gup Carla Giangamboni e per lui il processo si aprirà il 23 aprile del 2019, dinanzi ai giudici in composizione collegiale. Ma agli atti, ci sarebbe anche una frase dal contenuto sprezzante che l'insegnante avrebbe rivolto allo studente. I fatti contestati, avvenuti nel 2014, rimbalzarono su tutte le cronache locali e nazionali a causa della gravità denunciata dai genitori del giovane, che sarebbe stato anche aggredito fisicamente dallo stesso professore.  

Secondo il capo d'imputazione formulato dalla procura durante una lezione, alla presenza dei compagni di classe, per biasimare "il contegno sconveniente" dell'alunno, avrebbe alluso alla sua presunta omosessualità con espressioni come "L'omosessualità è una brutta malattia, nei sai qualcosa tu..", provocando così la reazione del giovane. A quel punto il professore si sarebbe avvicinato al 14enne prima colpendolo con due calci alla gamba, poi con due pugni alla spalla e infine afferrandolo per il collo, provocandogli lesioni giudicate guaribili in cinque giorni.

"Essere gay è una brutta malattia". Parole rivolte provocatoriamente allo studente 14enne, ma che l'imputato ha sempre contestato, sostendendo di aver detto il contrario e di averlo ripreso perchè non stava corretamente seduto sul banco di scuola.  Versione questa, diametralmente opposta dalla denuncia sporta dalla famiglia del giovane. Il ragazzo, secondo l'accusa, sarebbe stato vittima dell'aggressione e dei comportamenti non proprio "consoni" per la sua figura di educatore e insegnante. 

L'imputato, dal canto suo,  ha sempre allontanato le accuse mosse contro di lui, spiegando  di non aver rivolto a nessun alunno la frase incriminata. Durante una lezione avrebbe sottolineato agli alunni, in risposta a una loro domanda, che la privacy di un cliente che si rivolge a una struttura alberghiera  va sempre rispettata a prescindere da qualunque tipo di orientamento. Ora si andrà a processo. 

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