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Cronaca

False assunzioni di detenuti e beni di dubbia provenienza per 3 milioni di euro, l'attività della Procura generale

Il procuratore generale Fausto Cardella ha tracciato un bilancio dei nuovi strumenti di indagine per scovare furbetti ed evasori

False assunzioni per scontare la pena detentiva e beni di dubbia provenienza confiscati per un valore di 3 milioni di euro. Sono i dati più significativi dell’attività della Procura generale presso la Corte d’appello di Perugia.

Il procuratore generale Fausto Cardella ha incontrato la stampa per rendere noti alcuni aspetti, innovativi, dell’attività della Procura e fornire un primo bilancio dell’ufficio generale di coordinamento ed organizzazione, composto da personale dell’Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di finanza.

Il procuratore Cardella ha ricordato i nuovi strumenti come le intercettazioni telefoniche su latitanti a seguito di condanna definitiva (in particolare il sostituto Cicchella ha ricordato come fosse tutto pronto per la ricerca di un latitante tramite intercettazione, ma che poi è stato rintracciato in altro modo); il supporto operativo in relazione alle esecuzioni penali, mandati di arresto europeo ed estradizioni.

Altra innovazione ha riguardato il concordato in appello, ovvero analisi dei fascicoli processuali pendenti con contestuale verifica dei requisiti e avviso ai difensori della possibilità all’adesione. Nell’anno in corso, il 12% dei fascicoli giacenti in Corte di appello, sono stati definiti con tale modalità, portando ad una sostanziale diminuzione del carico dei procedimenti penali pendenti, così come nelle intenzioni del legislatore. Notevole l’impegno nella gestione badge ed autorizzazioni ingressi ai palazzi di giustizia del distretto, finalizzato al costante e tempestivo monitoraggio di eventuali accessi abusivi ai palazzi.

Sorprendente il fenomeno emerso dall’analisi delle richieste al Tribunale di Sorveglianza di Perugia sull’effettiva affidabilità dei richiedenti i benefici e disponibilità ad assumere detenuti. Un’analisi che aveva lo scopo di scongiurare in tal modo false assunzioni strumentali, per garantire un regime alternativo alla detenzione. Su 160 istanze, sono stati approfonditi, soprattutto con mirati accertamenti economico finanziari, i profili di circa 90 richiedenti.

Tre milioni di euro sono stati recuperati, come ricordato dal sostituto Darion Razzi, a seguito degli accertamenti di natura economico-patrimoniale nella disponibilità dei condannati del Distretto di Perugia a questi direttamente o indirettamente riconducibili e detenuti in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini delle imposte sul reddito, o alla propria attività economica.

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