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Cronaca

Strage del Broletto, uccise due impiegate e si suicidò: si chiude il processo. Assolti dirigente e funzionario della Questura

L'accusa era di cooperazione colposa, per aver consentito il rilascio delle autorizzazioni per il rinnovo del porto d'ami per uso tiro a volo ad Andrea Zampi, responsabile della strage

Si chiude con una sentenza di assoluzione l’ultimo capitolo giudiziario della tragica sparatoria del Broletto, dove persero la vita per mano di Andrea Zampi le due impiegate Daniela Crispolti e Margherita Peccati. L’ultimo tassello è arrivato oggi, con l’assoluzione da parte del giudice Sonia Grassi  per la dirigente della Questura Maria Letizia Tomaselli (difesa dall’avvocato Francesco Falcinelli) e del funzionario amministrativo, Carlo Eugenio Corradi (avvocato Rita Urbani) perché “il fatto non costituisce reato”.  

La vicenda del Broletto e’ uno degli episodi più dolorosi che Perugia ricordi: Andrea Zampi il 6 marzo del 2013, entrò negli uffici della Regione e sparò a due impiegate,  per poi rivolgere l’arma contro se stesso e premere il grilletto. Quattro persone tra medici e funzionari finirono nell’inchiesta della strage del Broletto: il medico di base, che rilasciò all’assassino-suicida il certificato anamnestico utile al rilascio del porto d’armi, è stato condannato dalla Corte d’Appello ad un anno di reclusione. Assolta una funzionaria della Questura (questi ultimi due avevano scelto il rito abbreviato) mentre per gli altri due imputati, giudicati con rito ordinario, la Corte Suprema aveva annullato con rinvio la sentenza di proscioglimento di primo grado facendo tornare il fascicolo davanti al gup.

Strage Broletto, rito abbreviato per il medico che diede a Zampi il porto d'armi

Qui il giudice per le indagini preliminari, nel dicembre scorso, aveva disposto il rinvio a giudizio per il funzionario e la dirigente della Questura  con l'accusa di cooperazione colposa , per aver consentito il rilascio delle autorizzazioni per il rinnovo del porto d'ami per uso tiro a volo a Zampi, malato di mente, che il giorno prima dell'omicidio-suicidio acquistò la Beretta semiautomatica per compiere la strage.

L’avvocato Francesco Falcinelli, codifensore insieme all’avvocato Alessandro Stentella, commenta positivamente l’esito del processo in primo grado: “Piena soddisfazione per l’assoluzione della nostra assistita, che ha sempre ribadito la legittimità dell’operato del suo Ufficio e che fin dall’inizio ha manifestato ampia collaborazione con la Procura, fornendo precisi elementi informativi che sono risultati dirinenti al vaglio dibattimentale”.

L'avvocato Rita Urbani, che difende il funzionario amministrativo della Questura, commenta soddisfatta la sentenza di assoluzione del proprio assistito: "E' finito un incubo, durato quattro anni e che lo ha visto coinvolto in una vicenda straziante benchè lui non avesse mai avuto ruoli apicali o dirigenziali". Le parti civili sono state rappresentate in aula dagli avvocati Aldo e Giovanni Poggioni per la famiglia Crispolti e l'avvocato Rosa Conti per la famiglia Peccati.

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