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Cronaca località Cenerente

Le belve di Cenerente, parte il processo contro Alfons Gjergji: torturati madre e figlio

Due della banda sono stati già condannati con rito abbreviato. L'albanese prova la carta del processo lungo e si dichiara innocente. Ma lo inchiodano testimonianze e la basista: una donna che ha tradito il povero Sergio

L’aula è stretta, troppo stretta per contenere sia i parenti di Alfons Gjergji, l’albanese accusato del duplice omicidio di Cenerente, che quelli delle vittime. Così stretta che il padre e il fratello dell’imputato preferiscono assistere sedendo sulle poltroncine del corridoio. Non osano entrare se non per qualche attimo. Oggi, 10 ottobre, è cominciato infatti il processo in Corte d’assise. Un procedimento che dovrà dimostrare l’innocenza o la colpevolezza del presunto spietato killer.

Si cerca di far luce su quella rapina finita male e che è costata la vita all’orafo Sergio Scoscia e alla madre, Maria Raffaelli. Ed il pubblico ministero Claudio Cicchella ad aver depositato una lunga lista di testimoni. In tutto sono 101 nomi tra consulenti poliziotti e persone informate sui fatti.

L’uomo, difeso da Luca Maori, siede dietro le sbarre dell’aula di giustizia. Ha l’occhio attento e sembra seguire bene ciò che viene detto. Ma è il giudice che, ad un certo punto, si alza in pedi: “Lei riesce a comprendere tutto?”. L’uomo fa cenno di sì con la testa, ma dice di preferire un interprete per comprendere ancora meglio. Nessuno si oppone, è un suo diritto, d’ora in avanti Alfons Gjergji avrà il suo interprete “personale”.

Al momento a finire dietro le sbarre sono stati solo i connazionali Artan Gjoka e Ndrec Laska, condannati all’ergastolo con rito abbreviato. Lui ha preferito il rito ordinario, convinto della sua totale innocenza. Fuori dall’aula, ha il viso provato la sorella di Sergio Scoscia per lei una sola e semplice frase: “Parlerò quando tutto sarà finito”.

Si decide anche che le sentenze del gup di Perugia, non ancora definitive, entrino a far parte degli atti del processo. Poi è nuovamente il giudice a voler disporre una nuova perquisizione nella villetta di Cenerente, data fissata per il 5 dicembre prossimo. Tutto verrà opportunatamente registrato dagli inquirenti.

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